Artigianato digitale, una palestra per la manifattura avanzata made in Italy

L’Italia è tra i leader nel mondo in continua evoluzione della manifattura avanzata. Attraverso la stampa 3D, l’artigianato digitale prepara le nuove generazioni all’industria del futuro
Uno degli aspetti più affascinanti della stampa 3D e delle tecnologie ad essa associate è che riescono a combinare, in modo fluido, le più avanzate tecnologie di manifattura industriale, digitale e automatizzata, con una generale riduzione dei costi d’accesso alla produzione digitale. Nel microcosmo della stampa 3D/manifattura additiva (i due termini sono intercambiabili) il processo produttivo è il medesimo, sia che si stiano producendo prototipi da milioni di dollari, sia per accessori da pochi euro: si parte sempre da un file digitale CAD in 3D, che una macchina riproduce fisicamente, aggiungendo strato dopo strato di materiale in base alle istruzioni contenute nel file stesso.
La differenza la fanno i materiali e le diverse applicazioni ma esistono pochi Paesi al mondo che riescono ad eccellere in entrambi gli aspetti e l’Italia – proprio per le caratteristiche intrinseche della sua industria – è tra questi: con la sua produzione altamente specializzata, guida il mondo della manifattura digitale in campo aerospaziale, medicale e automobilistico. Allo stesso tempo gli artigiani, i gioiellieri e gli orafi – tra i primi ad adottare strumenti di manifattura digitale – spingono da due decenni i limiti di ciò che è possibile fare.
Imparare a fare industria
Oggi la principale debolezza italiana, rispetto a Paesi come quelli anglosassoni e asiatici, è che questa enorme ricchezza di talento e abilità non è il frutto di un programma centralizzato e indirizzato con un progetto a lungo termine, ma è il risultato di iniziative individuali da parte di piccoli e grandi gruppi industriali.

Negli USA o in Asia, e persino in Paesi che non possono essere paragonati all’Italia in quanto a industria manifatturiera, esistono iniziative statali (come America Makes), che stanno investendo in modo significativo per portare la stampa 3D nelle scuole. In Italia l’unica vera palestra per imparare a conoscere gli strumenti per l’industria 4.0 è l’artigianato digitale e il cosiddetto neonato mondo dei “makers”. Si tratta di un fenomeno nato negli USA ma letteralmente esploso in Italia negli ultimi anni, come dimostrato dal successo della Maker Faire Europe che si tiene ogni anno, in autunno, a Roma.
“Gli USA, così come Cina e Giappone, anche in conseguenza di sistemi politici e giuridici diversi da quelli europei, hanno una visione specifica per la stampa in 3D e per una strategia unitaria a livello centrale,” spiega Dario Tamburrano, parlamentare europeo del Movimento 5 Stelle ed esperto di strumenti maker. “La frammentazione europea non favorisce sicuramente una condivisione delle eccellenze che esistono in vari settori e su questo dobbiamo lavorare anche noi parlamentari. I bambini cinesi imparano a disegnare in CAD e a stampare molto precocemente grazie al supporto dello stato. Tra 10-20 anni quei ragazzi saranno sul mercato globale del lavoro e avranno dei vantaggi competitivi enormi rispetto ai loro coetanei europei e italiani.”
Artigianato Aerospaziale

Che l’industria di domani sarà basata su strumenti di produzione digitale lo dimostrano ampiamente, già oggi, proprio alcune aziende italiane. Nel segmento più in crescita della stampa 3D, quello che realizza componenti industriali partendo da polveri di metallo atomizzate, esistono realtà sul territorio che non hanno paragoni a livello mondiale in termini di innovazione.
In campo aerospaziale Avio Aero (acquisita da GE), è stata la prima fabbrica additiva al mondo. All’interno del suo stabilimento vicino a Torino sono presenti solo stampanti 3D a metallo, oltre a un impianto per la produzione delle polveri atomizzate. Le stesse tecnologie a base di titanio vengono applicate in campo medicale da Lima Corporate. L’azienda con sedi in Friuli e in Sicilia, nel palermitano, realizza protesi e impianti personalizzati per ginocchia, bacino, cranio e maxillo facciale. Lima ha inventato la struttura “trabecolare” di queste protesi, che oggi viene usata in tutto il mondo della stampa 3D e non solo in campo medicale.

Dinamiche simili si stanno già verificando nel mondo automobilistico, in aziende come FCA, Ferrari, Lamborghini e Ducati. Proprio la Ducati deve molti dei miglioramenti che si sono verificati nel reparto racing negli ultimi due anni all’implementazione di tecnologie di stampa 3D per la prototipazione rapida. Intanto FCA sta valutando di iniziare a produrre alcuni componenti delle sue auto mediante processi di stampa 3D a metallo. Nel mondo del gioiello, i due produttori italiani di stampanti 3D industriali – Sisma e DWS – offrono soluzioni tra le più avanzate che esistono in termini di materiali e processi.