Le armi stampate in 3D sono una minaccia reale?
Chi è che uccide? Le persone che hanno problemi personali, psicologici o sociali oppure la disponibilità delle armi? Se pensate che la risposta sia la seconda allora avete di cui preoccuparvi, visto che la tecnologia si sta avvicinando sempre di più alla possibilità per chiunque di stampare armi in casa propria usando dei modelli CAD facilmente ottenibili via Internet.
La scorsa estate molti hanno riportato la nascita del network Wiki Weapon, che fa della libera disponibilità di modelli virtuali di pistole e fucili – e della realizzazione di un’arma da fuoco funzionante interamente stampata in 3D – la propria “mission”. Poco dopo un utente di nome HaveBlue ha annunciato di aver stampato in 3D il ricevitore inferiore di una pistola semiautomatica calibro .22 e di aver sparato oltre 200 colpi senza problemi.
Per la cronaca, anche se non è la parte sottoposta alla maggiore pressione dello sparo, il ricevitore inferiore è l’elemento che viene, di fatto, considerato “l’arma da fuoco” e la cui vendita è severamente regolamentata o vietata in molte nazioni. Infatti è proprio sul ricevitore inferiore che è impresso il numero che identifica ogni arma.

Ecco il primo ricevitore inferiore funzionante stampato in 3D per una pistola semiautomatica calibro .22. Quello bianco è un modello sperimentale più piccolo.
La notizia, allora, aveva fatto scalpore. Ancora di più per il fatto che HaveBlue aveva annunciato l’intenzione di usare il ricevitore inferiore stampato in 3D per costruire un fucile automatico AR-15. Recentemente i principali network di design per stampanti 3D,Thingiverse e Makerbot, hanno ufficialmente vietato la pubblicazione di tutti i design legati alle armi da fuoco ma alcuni sono ancora presenti online e la legge americana non ha ancora preso posizione sull’argomento.
Eppure i legislatori statunitensi, la nazione in cui la disponibilità di armi da fuoco è maggiormente diffusa e dove più spesso si registrano incidenti e stragi, dovrebbero darsi una mossa, visto che proprio in questi giorni alcuni membri del Wiki Weapons Project hanno postato un video mostrando proprio un AR-15 funzionante, con il ricevitore inferiore stampato in 3D.

Quello che vedete in verde è il ricevitore inferiore dell’AR-15 funzionante stampato in 3D.
Per ora sono riusciti a sparare “solo” sei colpi, prima che la parte in plastica cedesse, ma il bello (e, in questo caso, il brutto) della stampa 3D è che per migliorare i risultati ottenuti non bisogna far altro che rivedere il modello virtuale e individuare le debolezze strutturali. Anche se le parti in metallo (come la canna o il carrello) restano necessarie e ancora per molto tempo non potranno essere stampate a casa, la realtà dei fatti è che la stampa 3D renderà le armi da fuoco molto più facili da ottenere.
Vietare interamente le armi o la stampa 3D – oltre che impossibile – non è certamente la soluzione, considerati gli enormi benefici che questo nuovo metodo produttivo può offrire. Cercare di arginare la libera diffusione di modelli virtuali sembra quantomeno complesso. Per ora possiamo tirare un sospiro di sollievo, guardando l’arma che cade a pezzi al sesto colpo nel video che trovate qui sotto, ma la libera diffusione delle armi non è probabilmente un argomento da prendere troppo alla leggera.