Il Graphene, è il materiale del futuro. Scienziati, ingegneri e fisici lo pensano e lo dicono (e lo dimostrano) ormai da diversi anni. Formato da uno strato spesso un singolo atomo di carbonio, con gli atomi organizzati in perfetti esagoni, è resistentissimo, elastico, conduce benissimo l’elettricità e può essere usato per fare una miriade di cose diverse, dai pannelli solari ai processori, ai tessuti, agli schermi protettivi ai grattacieli e persino agli ascensori orbitali.
Può anche essere arrotolato per creare “nanotubi” sottilissimi o “bucky balls”, strutture di grafene a forma di palloni da calcio. L’unico problema è che non siamo in grado di produrne abbastanza ma la ricerca scientifica sta aggressivamente cercando nuovi e più efficienti metodi di produrlo. Così quando ne avremo in quantità, potremo usarlo anche come materiale ideale per stampare in 3D.
Questo, almeno, pensa Lomiko Metals, società canadese specializzata nella produzione e ricerca di materiali idonei per la nuova Green Economy. L’azienda ha quindi formato un’alleanza strategica con Graphene Labs, società newyorkese specializzata nella produzione di grafene (per la ricerca e presto anche a livello industriale) per creare insieme Graphene 3D Labs, società che si dedicherà interamente a studiare il potenziale del grafene nella stampa 3D. Lomiko sarà il fornitore esclusivo di grafene per Graphene 3D Labs e investirà 50.00o dollari nella start-up (che equivarranno a 250.000 azioni). Il progetto unirà tre delle tecnologie più interessanti del momento: il grafene, la stampa 3D e l’elettronica stampata.