Il brillante futuro della stampa 3D passa da Vicenza
Crisi economica o no, l’Italia è il principale produttore mondiale di oreficeria e gioielleria – e anche uno dei principali mercati di consumo. L’area di Vicenza, in Veneto, è un polo orafo di tradizioni secolari ed è tutt’oggi tra le più dense di artigiani e gioiellieri che lavorano l’oro e i metalli preziosi sia per la produzione industriale sia per gioielli esclusivi di fascia alta. Vicenza è anche la casa di Digital Was Systems (DWS), il principale produttore italiano di stampanti 3D stereolitografiche (SLA).
Tutti gli anni oltre 1.500 marchi s’incontrano a VicenzaOro, una delle più importanti fiere al mondo per il mercato internazionale della gioielleria. Il numero include gioiellieri, orefici e i produttori di macchine per creare i gioielli. Tutte i macchinari sono esposti nella sezione T-Gold e tra loro, insieme a fonderie, tagliatori laser e incisori al laser, ci sono le aziende di stampa 3D
Insieme a DWS, che era presente direttamente e “giocava in casa”, l’edizione di quest’anno, che si è tenuta tra il 18 e il 23 gennaio, ha visto un numero crescente espositori legati alle tecnologie additive di stampa 3D. Tra loro c’era Robotfactory (un piccolo produttore italiano di stampanti DLP), la società Smart3D, specializzata in software di modellazione (e presente anche con una propria stampante DLP chiamata Tucano 1000dpi), Prototek (uno dei distributori per l’Italia di 3D Systems), Luigi dal Trozzo (distributore dei sistemi Asiga) e PCCube (distributore di EnvisionTEC). Tutti ci hanno raccontato dell’incredibile boom di interesse e richieste che stanno vivendo, sia in Italia che nel mondo.
Con il supporto del marketing di DWS, la fiera ha anche ospitato per la prima volta una mostra di gioielli stampati in 3D, oltre a una dimostrazione pratica di stampa. Abbiamo visitato la “Mostra intorno al futuro: 3D printing per il gioiello, organizzata in collaborazione con Alba Cappellieri, presidente del corso di Fashion Design presso il Politecnico di Milano, pensando di trovare a un piccolo assortimento di design basilari ma ci sbagliavamo di grosso. Voglio dire, questi non erano i lavori di hobbisti e amatori, ma opere d’arte realizzate professionalmente di livello molto elevato. Anche noi che di gioielli ne capiamo poco, ci siamo resi conti che alcune creazione era davvero notevoli, da qualsiasi punto di vista.
L’esibizione includeva i lavori di vari designer e studios di stampa 3D. I più riconoscibili erano probabilmente quelli di N-E-R-V-O-U-S system, azienda nota per Kinematics, il suo software parametrico di stampa 4D (stampe 3D che possono assumere diverse forme), e .bijouets, una giovane società italiana che è tra i pionieri nell’utilizzo di vari sistemi di stampa 3D per i prodotti finali. Le tecniche utilizzate spaziavano dall’FDM alla sinterizzazione laser (sia di plastica che di metalli) e i materiali includevano metalli stampati, creazioni in cerapersa, poliammide, idix (la pietra digitale di DWS), fotopolimeri e ABS placcato di oro o argento.
Come detto non sono un esperto ma alcune delle creazioni di artisti quali Michela Nosè per Eurocoating, Jessica Rosenkrantz and Jesse Louis Rosenberg per Nervous Systems, Selvaggia Armani per .bijouets, Tomek Ogrodowski per 3DWydruki per Francesca Gabrielli per DWS, mi hanno davvero impressionato. Ho assistito a un’incredibile fusione tra il massimo della gioielleria artigianale e le tecnologie più avanzate in circolazione, in mano a designer abilissimi e creativi. A giudicare da quello che sono riusciti a fare fino ad ora, il futuro della stampa 3D è decisamente brillante. Giudicate voi.