Autodesk scommette 100 milioni di dollari sul progetto Spark
L’evoluzione della stampa 3D non dovrebbe basarsi sulla competizione delle aziende specializzate della manifattura additiva; piuttosto, dovrebbe basarsi sulla collaborare tra quest’ultime per competere con i metodi di produzione tradizionale. Autodesk, la principale software house 3D, vuole essere la scintilla che farà scattare una nuova fase per la stampa 3D. Spark di Autodesk sarà un ecosistema completo, dove il software 3D, le immagini e le aziende coesisteranno insieme, facendo leva sui rispettivi punti di forza per raggiungere milioni di persone.
Autodesk aiuterà il processo investendo fino a 100 milioni di dollari in Spark, seguendo così la visione del suo CEO Carl Bass. L’azienda ha già introdotto una serie di applicazioni user friendly, web-Apps e programmi dedicati alo sviluppo della sua suite di software 123D App. Il mese scorso ha lanciato Ember, il primo sistema open source per la stampa 3D a base di DLP/SLA, stringendo anche partnership con alcune tra le più interessanti start-up e aziende coinvolte con la stampa 3D.
Spark è un insieme di API open source e servizi cloud gratuiti che permettono di applicare la stampa 3D alla modellazione per ottimizzare i progetti di modo che siano facilmente utilizzabili da qualsiasi stampante o service. Si basa sul concetto che la fabbricazione additiva, pur offrendo possibilità senza precedenti, è ancora complessa, costosa e non sempre affidabile; fino ad ora, infatti, le tecnologie proprietarie e i processi non ottimizzati hanno limitato l’innovazione e la diffusione della stampa 3D.
Per affrontare queste sfide, Autodesk ha sviluppato una piattaforma software professionale opne source, che offrirà una serie di standard per tutti gli aspetti della stampa 3D: software, hardware, materiali e servizi. “Sono finiti i giorni in cui l’approccio all’innovazione nel settore manifatturiero era chiuso chiuso e legato a un rigido schema top-down. Molti segmenti di mercato, tra cui il valore risultante da una stretta collaborazione con gli imprenditori e le start-up in grado di portare le migliori idee, beneficeranno di questo cambiamento“, ha detto Samir Hanna, direttore e vice presidente generale di Autodesk. “Spark Investment Fund sarà un mezzo attraverso il quale i veri innovatori miglioreranno la stampa 3D, aiutando il mondo a beneficiare delle fantastiche opportunità offerte da questa tecnologia“.
Le aziende che contribuiranno a trasformare questa visione in realtà condividono e la stessa passione di Autodesk per la miscelazione tra il mondo digitale e quello fisico. Il progetto di trasformare HP e il suo “ecosistema per la stampa 3D a realtà mista Sprout” – basato su tecnologia MultiJet Fusion (MJF) – in un alleato alleato, piuttosto che in un competitor diretto. Persino diversi produttori di stampanti 3D come Ultimaker, Dremel, Big Rep – che produce stampanti 3D di dimensione molto grandi per la creazione di prodotti full size – ed ExOne, leader nella produzione di sistemi additivi basati sul metallo.
Ci sono anche diverse aziende che hanno sviluppato strumenti per rendere la stampa 3D più pratica e accessibile, tipo Authentise, che ha sviluppato un sistema per lo streaming di file direttamente alle stampanti 3D in modo da rendere la gestione IP e di file più sicuro ed efficiente. O ancora 3Dindustri.es, un’altra azienda che lavora sulla creazione di un ecosistema 3D attraverso sistemi software on-line e strumenti di gestione dei database. 3D Hubs sta facendo la stessa cosa con “organizzando” tutte le stampanti 3D e costruendo una rete globale di produzione distribuita.
Tra i suoi membri Spark Autodesk comprende una serie di studi visionari, come Emerging Objects di Ronald Rael e Virginia San Fratello, responsabili di alcune delle ricerche più interessanti per l’applicazione del binder jetting 3D. Nervous System del MIT e Francesco Bitonti sono tra i top designer che lavorano con software parametrici e applicazioni di stampa 3D per progetti wearable; e poi c’è Local Motors, una società che ha utilizzato le tecnologie additive su ampia scala, condivisa e open source, per cercare di cambiare radicalmente l’industria automobilistica.
Questa rivoluzione sta accadendo a tutti i livelli. Il fondatore di Tesla Motors e Space X, Elon Musk – l’imprenditore che meglio simboleggia il momento di grande scoperta che stiamo vivendo – ha aperto la strada quando ha pubblicato tutti i brevetti di Tesla per dimostrare che l’industria auto elettrica non dovrebbe competere contro se stessa, ma lavorare in maniera coesa per sfidare le compagnie tradizionali. Carl Bass sta scommettendo 100 milioni dollari sullo stesso cambiamento nel campo della produzione, e se avrà ragione probabilmente vinceremo tutti.