Protofusione si rivolge a 3DZ e 3D Systems per la stampa dei gioielli
Gioielli e, più in generale, sono tra i settori in cui la stampa 3D è già evoluto dalla prototipazione alla produzione, tanto tanto da essere ormai un unico processo. Una società di produttori di gioielli professionali nella del Veneto – uno dei principali centri per la produzione di gioielli – identifica questa procedura con il termine Protofusione, nome utilizzato anche per definire la società stessa.
La storia di questa società ci è stata segnalata da Sandro Festa (che gestisce 3DZ, uno dei principali distributori europei di 3D Systems), indicandocela come un esempio di quanto la stampa 3D sia già in grado di modificare i processi produttivi. La protofusione è, in sostanza, un tipo di fusione a cera persa. Tutto inizia con un modello digitale, passa poi attraverso le stampanti di 3D Systems (principalmente la gamma Projet 3500) e por poi arrivare alla microfusione.
“Il nome della società proviene da un processo di produzione che si può considerare il più alto livello di sviluppo che abbiamo raggiunto nella creazione di gioielli”, ha detto il fondatore della società Andrea Anastrelli, la cui passione per la stampa 3D è iniziata nel 1998, per poi esplodere definitivamente nel 2002 quando, durante la fiera Vicenza Oro, vide la macchina VIPER.
“Oggi siamo in grado di fare gioielli che erano impossibili solo pochi anni fa, con pareti incredibilmente sottili, forme nette e pertinenti precisi, tutto in un tempo più breve e con una progressiva riduzione dei costi”, continua Anastrelli. La modellazione digitale permette ai produttori di gioielli di ottenere una visione preciso di come sarà il prodotto finale. A questo punto si creare il modello in cera tramite la microfusione, senza dover ricorrere ad un passaggi intermedi.
“Da una produzione completamente manuale si è riusciti a passare a un processo interamente digitale”, ha precisato Anastrelli. “Questa nuova tecnologia ci aiuta a stare a galla nonostante la terribile situazione economica, pur rimanendo molto competitivi nel mercato globale. Senza le tecnologie di stampa 3D probabilmente avrei già chiuso. Basta pensare che di 2600 brand presenti fino a pochi anni fa solo circa 400 sono sopravvissuti. Le macchine versatili e ad alta risoluzione di 3D Systems, che mi sono state fornite da 3DZ, mi hanno permesso di restare sul mercato”.
Con questo sistema, Protofusione è in grado di creare non solo il singolo prototipo, ma diverse decine di modelli su un singolo piatto di stampa; ora che la stampa dei metalli sta diventando sempre più accessibile, aziende come Protofusione inizieranno ad utilizzare con maggiore frequenza tecnologie simili. E 3D Systems, tra gli altri, ha macchine capaci di fare anche questo.