La nuova stampante di Roboze è un tocca sana per la stampa 3D FFF in campo dentale

Quando una startup lancia sul mercato un nuovo prodotto legato alla stampa 3D, deve ricordarsi due cose: presentare un prodotto con caratteristiche uniche e comunicarlo adeguatamente. Roboze, una giovane startup da Bari, ha fatto entrambe le cose: Roboze One, una stampante 3D offre che una particolare tecnologia davvero innovativa – cosa spesso dichiarato anche da altre società. Ecco perché abbiamo voluto vedere con i nostri occhi.
“Abbiamo brevettato un sistema di movimento meccatronico che ci ha permesso di eliminare tutti i problemi causati dalle cinture, dato che solitamente una cintura non riesce a fare lo stesso esatto momento due volte di fila“, ha detto Alessio Lorusso, il ventiquattrenne fondatore della società mentre ci ha mostrato l’impianto di assemblaggio.
Figlio di un imprenditore locale, Alessio ha sviluppato una passione per la robotica in giovane età e acquistato il suo primo sistema di RepRap nel 2008. Questo è stato il primo passo per lo sviluppo di Roboze One; l’inizio dell sua avventura nel mondo della stampa 3D è stato visto con scetticismo, ma ora che la macchina è pronta la situazione si è decisamente capovolta.
“Non ci aspettavamo un tale entusiasmo“, ha detto Alessio. “Abbiamo lanciato la stampante due mesi fa e abbiamo già venduto l’intero primo lotto di macchine. Siamo già in contatto con un distributore olandese e stiamo cercando di espandere le operazioni nel Regno Unito e altrove“.
La tecnologia sviluppata da Alessio integra una architettura XY con un sistema metallico senza cinghie che muove l’estrusore: ciò consente alla macchina di avere un’accuratezza di 50 micron alla velocità di 90 mm/s, con un piatto riscaldato che utilizza una particolare tecnologia per garantire una temperatura uniforme su tutta l’area. Roboze supporta di base quattro materiali proprietari, ma può utilizzare anche ogni altro filamento con temperature di estrusione fino a 300 ° C.
“Questo significa che se faccio un disegno CAD con certe misure, il modello avrà esattamente quelle esatte, con uno scarto massimo di 50 micron; in più, il movimento viene trasmesso immediatamente all’estrusore e non vi è alcuna perdita di tempo con la cintura”. A parte il coperchio anteriore in plexiglass, non vi è un singolo componente di plastica in tutta la macchina. “La struttura è interamente costruito in acciaio inox, ferro e alluminio. Produciamo il 60% dei componenti in-house”, ha dichiarato Alessio.
Questo livello di accuratezza, in combinazione con lo sviluppo interno di materiali avanzati, ha aperto a Roboze One il mondo delle applicazioni dentali: è già in uso per la produzione di modelli dentali di scansioni 3D intraorali, realizzati a costi significativamente inferiori rispetto alle tecnologie tradizionali e stampanti 3D a base di resina. “Attualmente stiamo sviluppando una nuova macchina ancora più precisa e un nuovo materiale assieme al CNR (Centro Nazionale delle Ricerche)“, ha svelato Alessio. “Ciò significa che, con tutta probabilità, presto saremo in grado di utilizzare la tecnologia FFF efficacemente in campo sanitario“.
Alessio condivide l’entusiasmo per le possibilità offerte dalla stampa 3D: anche se ha già vinto la sua scommessa con Roboze One, è costantemente alla ricerca di nuove tecnologie e applicazioni. Ecco perché il logo Roboze è bozzolo stilizzato, che ha appena compiuto la sua trasformazione in una farfalla, simbolo di costante cambiamento ed evoluzione.