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Argentina, un “balzo” sulla stampa 3D con INTI

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Cos’è un balzo tecnologico? Nel centro di Buenos Aires, in Argentina, c’è uno splendido parco – grande quanto Central Park a Manhattan – interamente coperto dal wi-fi gratuito. Tutto quello che dovete fare è connettervi e cliccare su “Accetto i termini e le condizioni”. Central Park, Hyde Park a Londra, o il parco Sempione di Milano, non hanno la copertura wi fi o ce l’hanno solo parzialmente. Spesso, poi, il processo di registrazione e connessione è lungo e complicato. Questo è un esempio di balzo tecnologico, che è la stessa ragione per cui, per esempio, il Kenya ha il numero di telefoni cellulari per persona più alto al mondo.

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Argentina e industria

INTI, l’ Instituto Nacional de Tecnologia Industrial, è lo strumento su cui l’Argentina punta per compiere un salto nella produzione tecnologica attraverso la stampa 3D. Per una nazione così grande, l’Argentina non ha un’industria manifatturiera molto diffusa. Altre nazioni sudamericane, come Cile e Brasile, sono più avanzate da questo punto di vista. Comunque l’Argentina ha un alto livello di creatività e un fiorente settore industriale di stampa 3D low cost. Unendo queste con il lavoro di ricerca condotto dall’INTI sui materiali, la meccanica e la progettazione industriale del prodotto, il governo argentino vuole stabilire anche una diffusa conoscenza tecnologica dei processi di stampa 3D industriale.

Le limitazioni alle importazioni volute dal governo Kirchner hanno in qualche modo facilitato la crescita della stampa 3D giocando a favore del concetto di manifattura distribuita (se non potete importare, allora dovete produrre localmente). Il rapporto di prezzo tra stampare 3D una parte localmente e importarla è diventato immediatamente favorevole verso la stampa 3D, anche per prodotti per cui non era così in altre parti del mondo.

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La mappa della stampa 3D in Argentina

Per alimentare la crescita organica della stampa 3D in Argentina, INTI ha condotto parecchi progetti istituzionali di ricerca e educativi. Facendo leva sulla ricchezza di designer e idée creative in Argentina, le attività dell’INTI nascono nel dipartimento di Diseño Industrial. Qui si lavora su parecchi progetti con l’obiettivo di aumentare la consapevolezza nella nazione per quanto riguarda le possibilità offerte dalla stampa 3D. Uno di questi è la Mapa de i3D, che monitora accuratamente i servizi commerciali e le istituzioni che hanno accesso alle stampanti 3D in tutta l’Argentina.

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Un altro è lo sviluppo di programmi educativi. Questo comprende anche la pubblicazione di un documento approfondito, Panorama de la i3D, che descrive le possibilità offerte dalla stampa 3D in parecchi campi, tra cui quello medico, quello dentale e nello sviluppo dei prodotti. Le attività includono anche lo sviluppo di un programma educativo, in collaborazione con Kikai (un produttore locale di stampanti 3D desktop), per creare modelli di prodotti complessi open source (come l’auto elastico qui sotto) che possono essere usati per insegnare alle generazioni più giovani come usare la stampa 3D nei loro progetti.

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L’investimento più significativo condotto dal dipartimento di Diseño Industrial è il recente acquisto di una stampante 3D multi materiale Stratasys Objet 500 Connex 3. Questo permette ai ricercatori di studiare accuratamente le complessità della stampa 3D multi materiale e di condividere la conoscenza con imprenditori interessati a investire in questo campo.

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I materiali alla base di tutto

Al di là del processo creativo, la successiva area d’interesse di INTI è stata identificata nella scienza dei materiali. Il dipartimento dei materiali dei laboratori meccanici e chimici hanno accesso a una vasta gamma di macchinari che possono essere usati per raccogliere informazioni e dati su un’ampia gamma di materiali.

Si sta inoltre lavorando su parecchi progetti collaterali che si focalizzano sulla sostenibilità. Uno, in collaborazione con Enyetech, è lo sviluppo del primo filamento PET al mondo interamente prodotto con bottiglie usate.

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I complessi processi necessari per riciclare bottiglie usate per produrre plastica di alta qualità per la stampa 3D sono stati messi a punto qui presso il Centro de Investigación y Desarrollo para la Industria Plastica. Sono stati poi usati in combinazione con la stampa 3D per sviluppare un business sostenibile che sia di grande beneficio per l’ambiente. In effetti molti dei progetti condotti presso l’INTI che si concentrano sui materiali puntano molto sulla sostenibilità. Un altro esempio è il progetto PHBottle, in collaborazione con l’Unione Europea, che mira a creare imballaggi di cellulosa riciclata direttamente dai sottoprodotti della frutta e dai materiali nelle acque di scarico.

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Ulteriori studi sulla stampa 3D vengono condotti nei dipartimenti d’ingegneria meccanica, dove i ricercatori stanno lavorando su un robot delta auto costruito per l’ottimizzazione del processo. In linea con la filosofia dell’Open Source Lab descritta dal Professor Pearce, usano la stampante 3D anche per produrre parti che possono essere usate per riparare e sostituire le attrezzature di laboratorio nel dipartimento stesso e in tutto il complesso universitario. Questo perché stamparli 3D internamente è già significativamente più economico che acquistarli: questo rende l’Università più autosufficiente e le permette di condurre progetti più avanzati. L’idea è quella di costruire una nuova industria manifatturiera quasi da zero, ma facendolo con la conoscenza della manifattura ottimizzata, distribuita e sostenibile del nuovo millennio.

Questo è quello che viene definito un salto tecnologico.

 

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Davide Sher

Sono un giornalista professionista iscritto all'ODG dal 2002 e mi sono sempre occupato di comunicazione trade. Per 10 anni ho redatto una testata dedicata al mercato dei videogiochi e successivamente ho partecipato alla creazione del primo iPad magazine dedicato all'elettronica di consumo. Dal 2012, mi occupo esclusivamente di stampa 3D/manifattura additiva, che vedo come la più affascinante e reale delle tecnologie oggi agli albori ma che plasmeranno il nostro futuro. Ho fondato Replicatore.it nel 2013 e ho scritto come blogger per diversi siti internazionali. Nel 2016 ho fondato la mia società 3dpbm (www.3dpbm.com), con base a Londra, che offre servizi di supporto alle aziende che vogliono comunicare, sia in Italia che nel mondo, i loro prodotti legati alla manifattura additiva. Oggi pubblichiamo diverse testate internazionali tra cui 3D Printing Media Network (il nostro sito editoriale internazionale), 3D Printing Business Directory (la più grande directory al mondo di aziende legate alla stampa 3D), Replicatore.it, Replicador.es e 3D Printing Media Network Chinese Version.

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