GE mostra come la manifattura possa essere davvero “flessibile” con la stampa 3D
Il sogno a lungo termine della stampa 3D è quello di riuscire nella creazione di una produzione “democratica e delocalizzata”. Molto prima che ciò accada, però, deve essere l’industria manifatturiera attuale ad evolversi in qualcosa di differente. Per GE, quel qualcosa si chiama “fabbrica flessibile”, un nuovo concetto per la realizzazione di un impianto d’assemblaggio a base di stampa 3D per l’India.
Uno degli aspetti più interessanti della fabbrica flessibile, che si trova a Pune (vicino a Mumbai, nell’India occidentale), è che le stampanti 3D sono solo l’inizio. Non si tratta di creare impianti di produzione digitale e additiva, perché questo ormai è la norma. L’aspetto affascinante della fabbrica flessibile è l’uso multiforme che fa della stampa 3D – così come le prospettive che questa nuova struttura comporta per l’economia indiana.
La gigantesca fabbrica di GE (costata 200 milioni di dollari e vasta 67 acri) costruirà parti di motori per i jet, componenti per locomotive, turbine eoliche e unità di trattamento dell’acqua per le industrie del petrolio e del gas. Tutte insieme questi progetti permetteranno a GE di occuparsi di differenti business, nonostante la produzione vera e propria si trova – per la prima volta – sotto un unico tetto. In un’area grande quanto 38 campi di calcio saranno impiegati ben 1.500 lavoratori che condividono le linee di produzione, le infrastrutture di supporto, le stampanti 3D e le tecnologie industriali di controllo laser.
“L’impianto ci permetterà di regolare rapidamente la produzione a seconda delle richieste, ottimizzando però le persone al lavoro e lo spazio”, ha detto Banmali Agrawala, presidente del CEO di GE South Asia. Ma la fabbrica flessibile di GE è “intelligente” (o addirittura “brillante”, come la definì GE). Ciò significa che userà sistemi intelligenti connessi con i computer e soluzioni per comunicare in tempo reale sfruttando una rete Internet Industriale, fondamentale anche per la condivisione delle informazioni.
La costruzione questo impressionate impianto di produzione ha permesso a GE di capire a fondo come, in un paese “difficile” come l’India, sia per certi versi più facile introdurre le nuove tecnologie. Rispetto a quanto accade in stati con un’economia forte tipo Germania, Giappone o Stati Uniti, in India tutti i differenti fornitori di GE possono sfruttare la capacità della fabbrica per soddisfare diverse esigenze, e allo stesso tempo. “L’impianto multi-modulare è un bene sia per noi che per i nostri clienti. Ci darà la possibilità di investire nei giusti strumenti e nei processi più adatti, oltre a permetterci di impiegare costantemente i nostri macchinari e di sviluppare nuovi prodotti più velocemente. Senza contare che ci offre anche la possibilità di sperimentare e provare cose nuove”, Ha spiegato Agrawala.
Per l’India è anche un modo per stimolare il settore produttivo e per creare nuovi posti di lavoro, esattamente come per la campagna del primo ministro Narendra Modi “Make in India” – focalizzata sul creare 100 milioni di nuovi posti di lavoro entro il 2022. Non si tratta di sostituire posti di lavoro umani con delle macchine, ma di trovare soluzioni produttive ottimizzate e più sostenibili. Utilizzata in questo modo, la stampa 3D può davvero creare più posti di lavoro per una manodopera qualificata: un passo nella giusta direzione, mentre lavoriamo verso un nuovo settore industriale.