Cyfuse si prepara a diventare l’Hub principale per il bioprinting

Un articolo apparso su Bloomberg – firmato dal giornalista Shiegeru Sato – ha svelato alcuni nuovi investimenti fatti da diverse aziende giapponesi per supportare la società di bioprinting Cyfuse; una notizia da un lato mai ufficialmente confermata, ma che ha perfettamente senso sia dal punto di vista imprenditoriale, sia per quanto riguarda il lato dell’innovazione biotecnologica.
Secondo il rapporto di Sato, Cyfuse – che produce Regenova 3D Bioprinter – avrebbe accettato di vendere una partecipazione nella società a 12 investitori nazionali, per un totale di 1.400.000.000 yen (circa 12 milioni di dollari) che saranno utilizzati per aumentare la forza di vendita e per finanziare nuovi progetti, in quanto la società prevede di espandere le sue operazioni all’estero – leggi, Stati Uniti e Cina.
La notizia ha un senso in quanto la maggior parte degli investitori (a parte le società di capitale a rischio Jafco Co. e l’Università di Tokyo Edge Capital Co.) sono aziende che operano nello sviluppo di piattaforme mediche e biotecnologiche. A quanto pare, includono persino Cyberdyne Inc (produttore di esoscheletri e arti robotici), così come gli specialisti dei dispositivi medici Shibuya Kogyo Co. e M3 Inc.
L’obiettivo più immediato che Cyfuse cerca di raggiungere con il suo sistema Regenova (a disposizione di università e ricercatori per circa 30.000 dollari) è di facilitare gli approcci terapeutici innovativi attraverso le proprie tecnologie di bioingegneria, cosi da rendere la medicina rigenerativa una realtà per i pazienti di tutto il mondo. L’azienda fondata da Koji Kuchiishi ritiene infatti che l’attuale ingegneria dei tessuti sarà gradualmente sostituita dai più efficienti metodi di bioprinting 3D.
http://www.youtube.com/watch?v=6SMiCgli8TQ
Se tutte le tecnologie prodotte dai nuovi investitori riuscissero ad essere combinati con successo, un giorno potremmo trovarci di fronte a prospettive incredibili, come per esempio la possibilità di utilizzare veri arti bionici.