Crocs e 3ntr: assieme per lo sviluppo di nuove tipologie di calzature

Crocs è una società che ha saputo, a suo modo, innovare il campo delle calzature, introducendo nel mercato un nuovo concept casual che ha conquistato rapidamente il gradimento dei consumatori. Per continuare a garantire gli alti standard qualitativi che l’hanno sempre contraddistinta, Crocs ha introdotto all’interno del proprio processo di lavorazione l’utilizzo di tecnologie di manifattura additiva: più precisamente, parliamo di sistemi di 3ntr.
Attraverso l’utilizzo delle soluzioni 3ntr, Crocs ha potuto migliorare l’intera fase di prototipazione delle proprie calzature, ottenendo feedback altamente veritieri riguardo alla vestibilità dei prodotti, riducendo sensibilmente anche tempi e costi di realizzazione – aspetto fondamentale per un’azienda quando si tratta di comprimere il time-to-market. La manifattura additiva all’interno del colosso americano trova applicazione per la parte di prototipazione: tutte le nuove calzature, circa 250 new modelli per stagione, vengono prodotte sulla base dei modelli “di prova” realizzati con le stampanti 3ntr.
Proprio nella fase di progettazione di una nuova calzatura, infatti, le tecnologie di 3D printing riescono a dare il meglio. Merito soprattutto della versatilità delle soluzioni impiegate e del percorso portato avanti assieme da Crocs e 3ntr, con un forte studio sui materiali e una collaborazione continua nel corso dell’ultimo anno e mezzo sul perfezionamento della fase di stampa – di modo da poter replicare esattamente le caratteristiche di vestibilità, resistenza ed ergonomia dei prodotti messi in commercio.
“3ntr ha fatto un grande lavoro per l’ottimizzazione delle proprie macchine, soprattutto per quanto riguarda i tempi di stampa”, ha spiegato Luca Faggin, Europe Innovation Manager di Crocs. “Siamo scesi da 2-3 giorni per la realizzazione di un prodotto a circa 1 giorno e mezzo. Senza contare che con i sistemi di stampa 3D 3ntr permetto di usare un materiale morbido molto simile a quello che utilizziamo per i prodotti finiti, aspetto che ci consente di avere dei feedback davvero attendibili. Grazie all’utilizzo di questi sistemi all’interno del nostro ciclo produttivo siamo riusciti a ottenere dei risultati finali soddisfacenti al 100%”.
La storia di Crocs nel mondo della stampa 3D nasce però addirittura 10 anni or sono, con le prime stampanti 3D, macchine a gesso con una tecnologia binder jetting a letto di polvere. Da lì in poi la società a continuato a collaudare diverse soluzioni, senza mai accontentarsi e continuando a innovare il proprio processo di lavorazione. Insomma, un marchio di fabbrica che non si limita alle ormai famosissime calzature ma che è proprio un modello di business.
“La stampa 3d in Crocs è approdata circa 10 anni fa con le prime macchine a polvere, utilizzate per la realizzazione di prototipi estetici. Quando poi è sopraggiunta l’esigenza di realizzare nuovi design e di effettuare test di ergonomia abbiamo iniziato ad esplorare nuove alternative”, ha continuato Faggin. “Inizialmente abbiamo contattato alcuni marchi di stampanti 3D e alcune soluzioni ci hanno permesso di rispondere a molte delle nostre esigenze, ma all’epoca ancora non riuscivamo a ottenere dei prototipi a costi accessibili o in tempistiche rapide. Senza contare poi che avevamo bisogno di un’elevata affidabilità, soprattutto dal punto di vista della ripetibilità. A questo punto abbiamo fatto una prova con le macchine di 3ntr e, dopo un percorso di sviluppo dei materiali, siamo riusciti a trovare la soluzione ottimale”.
Crocs è un perfetto esempio che dimostra quanti benefici possa portare la giusta tecnologia di stampa 3D all’interno di un processo aziendale, permettendo concretamente di migliorare il proprio modello di business e, perché no, magari un giorno di utilizzare i sistemi additivi per la produzione vera e propria. Quando quel giorno arriverà, Crocs e 3ntr avranno già fatto un bel passo avanti.