Da start-up a leader del bioprinting, la “inkredibile” ascesa di CELLINK

L’ascesa di CELLINK, da start-up che si dedicava al bioink a leader di mercato del bioprinting a livello mondiale è stata estremamente rapida. Nel 2015, ho intervistato per la prima volta il fondatore Erik Gatenholm (CEO), Hector Martinez Avila (CTO) e Gusten Danielsson (CFO) per parlare del lancio del primo bioink in assoluto in un’epoca in cui il bioprinting si faceva sempre più ampiamente disponibile. Solo sei mesi dopo, hanno lanciato il loro primo sistema da desktop, la INKREDIBLE. Poi, giusto il tempo di un rapido e “INKredibilmente” fortuito incontro con Erik su un traghetto in Croazia e nel giro di poco vengo a sapere che CELLINK è stata quotata in borsa, con oltre 7 milioni di dollari di ricavi annuali e una presenza concreta a livello globale, con un quartier generale a Boston, in Massachusetts e uno a Göteborg, in Svezia.

A questo punto, nulla può fermare CELLINK. All’inizio di questo mese, e nel giro di appena una settimana, la compagnia ha portato a termine la sua prima acquisizione, rilevando Dispendix per 5 milioni di dollari e chiudendo una straordinaria partnership con Prellis Biologic per co-produrre la biostampante 3D volumetrica Holograph-X e con MedImmune, per i test di sviluppo farmacologico (DDT). Non si tratta di operazioni casuali ma dei tasselli di una chiara strategia per dominare il mercato del bioprinting negli anni che verranno. Che cosa significa tutto questo per il settore del bioprinting e per il futuro della stampa di tessuti (e prima o poi di organi)? Il fondatore e CEO di CELLINK , Erik Gatenholm, ce lo spiega in questa intervista esclusiva.
3dpbm: Come descriveresti il business model di CELLINK?
Erik Gatenholm: “Ci concentriamo sullo sviluppo e sulla commercializzazione delle tecnologie di bioprinting che consentono ai ricercatori di stampare in 3D organi e tessuti umani per lo sviluppo di prodotti farmaceutici e cosmetici e, in futuro, per applicazioni cliniche. Ilo bio-ink di CELLINK, in attesa di brevetto, è un innovativo biomateriale che consente alle cellule umane di crescere e prosperare allo stesso modo in cui farebbero nell’organismo umano. Oggi, la nostra piattaforma tecnologica viene usata per stampare tessuti come quello epatico, la cartilagine, l’epidermide e addirittura tumori completamente funzionali che possono essere usati per lo sviluppo delle terapie. Abbiamo messo in commercio prodotti in più di 50 paesi e li abbiamo venduti a centinaia di laboratori prestigiosi in tutto il mondo, tra cui quelli di Harvard, MIT, Stanford e alla FDA.”
3dpbm: Nel corso dell’ultimo anno fiscale, i ricavi di CELLINK hanno raggiunto il 196% superando i 7 milioni di dollari. Il fatturato netto è cresciuto ancora di più raggiungendo quota 245%, e avete appena emesso 14 milioni di nuove quote societarie. Come ti spieghi questo successo in un segmento come quello del bioprinting che, in un primo momento, non era particolarmente orientato al mercato?
EG: “Quello che facciamo è fornire una via per far sì che compagnie e utenti siano a loro agio con l’impiego di questa tecnologia senza dover investire troppo del loro capitale finanziario o formativo. Ci sono anche altre compagnie che hanno intrapreso un simile approccio ma noi abbiamo deciso di iniziare fornendo un bio-ink che fosse davvero valido e di costruire, con la nostra clientela, una relazione basata sulla fiducia. Una volta che i clienti possono fare affidamento sui nostri materiali, si fidano anche delle nostre stampanti e questo vale in tutti e due i sensi. Quindi stiamo costruendo un’attività solida espandendo continuamente la nostra offerta, sia in termini di hardware che di materiali. Si tratta di un viaggio per metterci alla prova al cospetto dei nostri clienti e guadagnarci la loro fiducia. Il fatto che siamo cresciuti del 200%, anno dopo anno, dimostra che abbiamo compreso che cosa i nostri utenti vogliono davvero e il segreto per riuscirci è

stare vicino al cliente e ascoltarlo. L’anno scorso ho passato più di 280 giorni in viaggio per raggiungere i nostri clienti, esistenti e potenziali. Ho condiviso il mio tempo con loro per comprendere su cosa lavorano e insegnando loro ad usare la nostra tecnologia: si tratta di un sacrificio che sono più che disposto a fare.”
3dpbm: Nel contempo, avete anche deciso di lasciare aperti i vostri sistemi, così da far sì che supportino qualsiasi tipo di materiale, non solo quelli di CELLINK…
EG: “Credo che fornire sistemi facili da usare e aperti, che consentano all’utente di fare quel che vuole davvero, sia stato fondamentale per creare una solida base di clientela. Abbiamo fornito una piattaforma open source tecnologicamente innovativa e ad una fascia di prezzo accessibile. Man mano che andiamo avanti, possiamo concentrarci di più sull’innovazione e su funzionalità avanzate più complesse.”
3dpbm: Diresti che il vostro approccio vi rende un po’ come i Formlabs o gli Ultimaker del bioprinting?

EG: “Ultimaker è una grande compagnia e mi piace molto anche Formlabs. Sono compagnie molto innovative che sono riuscite a crescere rapidamente. Credo che siamo senza dubbio quel tipo di azienda all’interno dell’universo del bioprinting. Nel contempo, dato il fatto che i nostri clienti e ricercatori sono sempre alla ricerca di tecnologie più avanzate, abbiamo deciso di spingerci verso sistemi più avanzati e complessi ed è qui che entrano in gioco le nostre partnership e acquisizioni recenti.”
3dpbm: Puoi spiegarmi meglio la strategia dietro la partnership con Prellis Biologics?
EG: “Trovo che uno degli aspetti fondamentali da considerare sia il fatto che siamo stati in grado di fare quel che abbiamo fatto perché abbiamo campo libero. Nessuno cerca di buttarci fuori strada, per questo è molto importante che facciamo ciò che riteniamo giusto con il supporto dei nostri investitori e clienti così da poter portare avanti la nostra visione al fine di rendere il bio-printing e, prima o poi, la stampa di organi, una realtà. La ragione per cui collaboriamo con Prellis è proprio questa: hanno sviluppato una nuova piattaforma con tecnologia olografica che gli utilizzatori del bioprinting non sono riusciti a impiegare in passato ed ha un potenziale enorme.”
3dpbm: E che mi dici dell’acquisizione da 5 milioni di dollari di Dispendix?
EG: “Questo progetto è più a breve termine e si concentra sulle applicazioni commerciali per il settore farmaceutico. Le compagnie farmaceutiche sono sempre più alla ricerca di tecnologie per stampare tessuti in maniera più rapida ed economica. Dispendix ha sviluppato una tecnologia che chiamano l’I-DOT system. Si tratta di un erogatore molto rapido in grado di stampare usando singole cellule. In questo modo siamo in grado di coprire entrambi i versanti di mercato: la risoluzione ultra-elevata con la bioprinter olografica di Prellis e l’alta velocità con il sistema on demand di Dispendix. Inoltre, metteremo insieme le capacità estrusive di Bio X per stampare tessuti macroscopici con il sistema Holograph-X al fine di riprodurre la vascolarizzazione e i vasi sanguigni.”

3dpbm: Dunque, in che direzione sta andando il mercato adesso? Quali pensi saranno i vostri principali clienti nel corso dei prossimi dieci anni?
EG: “Credo che, inizialmente, si tratterà principalmente di compagnie farmaceutiche. Riteniamo che continueranno ad acquistare i sistemi per la ricerca interna e, prima o poi, per qualche produzione. Principalmente, quello che fanno è stampare tessuti per attività di ricerca sullo sviluppo dei farmaci. Ad esempio, abbiamo appena sottoscritto un contratto con Medimmune che utilizzerà le nostre tecnologie, le nostre bioprinter e bio-ink, per stampare tessuti umani che serviranno poi per sviluppare nuovi farmaci e terapie altamente personalizzati.”
3dpbm: A questo punto, quali sono le più grandi sfide che vi trovate ad affrontare?
EG: “La sfida più grande è sicuramente quella delle assunzioni. Ci stiamo allargando molto rapidamente e stiamo cercando di trovare persone in maniera altrettanto veloce ma la cosa richiede molto tempo. Vogliamo il meglio e trovare personale a Boston, fare in modo che gli individui si ambientino, è abbastanza impegnativo. Al momento siamo 108 persone su scala globale, un numero piuttosto sorprendente da raggiungere in un lasso di tempo così breve. Il nostro all-star team è ciò che ci ha realmente consentito di crescere ad un ritmo così rapido. I CELLINKIANI sono estremamente entusiasti della compagnia e della nostra visione.”
3dpbm: E per quanto riguarda la soddisfazione della domanda? Le vostre capacità produttive sono a pieno regime?
EG: “In generale, sì. Con la BIO X siamo leggermente a rilento per le consegne dopo l’estate visto che abbiamo avuto molti ordini. Di solito ci vogliono dalle sei alle otto settimane, ma durante il periodo estivo si arriva anche a dieci. Al momento siamo tornati da quattro a sei settimane, stiamo migliorando. Abbiamo assunto molto personale in produzione e il nostro nuovo responsabile di produzione è un campione. Penso sia la divisione in cui abbiamo assunto di più negli ultimi due anni. Non siamo ancora al livello di Formlabs che consegna nel giro di qualche giorno ma ce la stiamo mettendo tutta. Cerchiamo di migliorare ogni giorno in termini di produzione, ma continuiamo a realizzare tutto in-house. Il nostro personale è orgoglioso del prodotto e fiero del fatto che sono loro a realizzarlo, senza parlare della soddisfazione di vedere le cose straordinarie che i nostri utenti realizzano utilizzandolo.”
3dpbm: State producendo le macchine sia negli Stati Uniti che in Svezia?
EG: “Sì. Produciamo negli Stati Uniti e in Svezia. Inoltre abbiamo incrementato la produzione di bioink in entrambi i paesi. Il mercato statunitense è quello più grande. Si tratta di un mercato chiave e stiamo cercando di soddisfarlo in una maniera che sia ideale per i nostri clienti americani. Sia Europa che Asia sono coperte dalle nostre strutture in Svezia.”
3dpbm: Quanti prodotti avete sul mercato al momento? Quanti bioink e quante macchine diverse?

EG: “Ci sono quattro macchine a estrusione. La prima è stata la INKREDIBLE. Poi abbiamo lanciato la INKREDIBLE Plus, seguita dalla CELLINK GO che si rivolge alle scuole superiori e al settore dell’istruzione in generale. Abbiamo BIO X che è il nostro sistema di estrusione di fascia alta. Poi ci sono i nuovi sistemi di Prellis e Dispendix: la Holograph-X e la Single Cell Printer che sono già disponibili sul mercato. In termini di bioink, credo che al momento abbiamo introdotto tra i 30 e i 35 diversi tipi di materiale. Mentre i sistemi hanno un prezzo unitario ben più elevato, quello dei bioink è il segmento i cui ricavi stanno crescendo con maggior rapidità.”
3dpbm: Ritieni che questo possa essere un indicatore del fatto che anche il bioprinting si stia muovendo verso la produzione?
EG: “Stiamo finalmente passando a un mercato orientato sull’applicazione. Circa un anno fa, l’ultima volta che abbiamo parlato, abbiamo discusso di come far sì che il bioprinting si concentrasse di più sull’esplorazione delle applicazioni. Si tratta di un’evenienza ormai imminente ed abbiamo lavorato sodo per arrivare a questo punto. Abbiamo viaggiato in lungo e in largo per andare a trovare i nostri clienti, facendoci carico di giornate lavorative da 16 ore. Abbiamo spinto molto sull’acceleratore per andare più veloci, perché a guidarci c’è la nostra visione, e la nostra passione, che consiste nel contribuire alla costruzione del futuro della medicina.
Intervista di: Davide Sher Traduzione a cura di: Martina Pelagallo