Una settimana di Making al Politecnico

Con l’iniziativa Making@Polimi, organizzata da Makefactory è ufficialmente partito FARB, il programma portato avanti dal gruppo di ricerca del Dipartimento di Design del Politecnico di Milano per esplorare il ruolo e le potenzialità del design all’interno dei nuovi scenari della produzione. L’evento è stato configurato come un laboratorio di ricerca sul making, collocato in un ambiente aperto che permetta di investigare approfonditamente la relazione tra design e nuove culture produttive. L’obiettivo è di coadiuvare attività quali la mappatura e l’identificazione di pratiche innovative, l’organizzazione di seminari e la sperimentazione di nuovi modelli per la ricerca progettuale e la produzione.
Il team di FARB, di cui abbiamo incontrato Venanzio Arquilla e Massimo Bianchini, include un totale di 14 persone tra ricercatori e studenti, a cui si aggiungono altri laboratori di ricerca come il Phy.Co lab, con cui 3Discover.it ha collaborato durante il Fuorisalone in occasione degli eventi Synthesis e Design in the dark. Come vi abbiamo raccontato proprio durante Synthesis, tra i nuovi strumenti produttivi a disposizione dei designer le stampanti 3D ricoprono un ruolo di primissimo piano e infatti molti dei principali produttori italiani erano presenti.
Abbiamo incontrato DWS, che ha mostrato la sua XFAB, la più attesa e accessibile stampante 3D stereolitografica (prevista entro la fine del 2014) così come Sharebot con la sua NG, probabilmente la stampante 3D FDM cartesiana più diffusa tra quelle made in Italy. C’era anche WASP, che ha mostrato la sua DeltaWASP (probabilmente la Delta italiana più diffusa) e anche la sua PowerWASP, FDM cartesiana.
Tra le altre realtà collegate alla stampa 3D abbiamo visto 3Drag, la macchina realizzata dal gruppo Futura Elettornica, e il FabLab di Pisa, che ha presentato il suo nuovo modello fully enclosed. Il primo giorno, durante il cocktail di chiusura dei lavori, si è tenuto un dibattito sull’applicabilità della manifattura digitale al design professionale e su come la maggiore accessibilità di queste tecnologie possa (e debba) realmente democratizzare la creatività o se sia destinata a restare confinata al mondo della prototipazione industriale.
Il coinvolgimento nel dibattito di persone direttamente coinvolte nell’industria della stampa 3D, come Maurizio Costabeber, AD di DWS, e Matteo Abbiati di Sharebot hanno permesso di dipingere una panoramica più chiara di un settore manifatturiero additivo che non è una prospettiva futura ma è già, da qualche tempo, una realtà concreta.
Insieme alle tecnologie di taglio laser, tutti gli strumenti per la manifattura digitale sono più accessibili che mai e finalmente anche le nostre Università, a partire dal Politecnico milanese, stanno iniziando a rendersene pienamente conto e a investire per mettere queste possibilità a disposizione della creatività collettiva. 3Discover.it, continuerà a raccontarvi ogni nuova iniziativa. Nel frattempo ecco, dal nostro inviato, le immagini di alcuni dei progetti realizzati.