Studente olandese costruisce una stampante 3D DLP multimateriale

Ci sono fondamentalmente due modi per produrre oggetti multimateriale usando processi di stampa 3D basati su resine fotopolimeriche. Uno si basa sulla scienza dei materiali ed è quello usato le tecnologie di stampa 3D a getto d’inchiostro come la Polyjet di Stratasys e la MJM di 3D Systems per rilasciare e istantaneamente conservare diversi materiali nello stesso lavoro di stampa. Un altro è meccanico, ed è stato presentato lo scorso anno da 3D Systems.
Quest’ultimo approccio è simile a quello sviluppato da Reinout Holtrop, uno studente dell’Università di Twente, per la sua tesi finale in disegno industriale, per disegnare, sviluppare e costruire la prima stampante 3D a tecnologia DLP multimateriale, che ha chiamato XZEED.
Il concetto che sta dietro alla macchina è relativamente semplice: si usano cinque piatti di Petri in vetro borosilicato con uno strato PDMS, su un trasportatore che sposta le vaschette. Questo è il componente chiave della macchina XZEED. È composto da due alberi con cuscinetti che supportano una matrice mobile per le vasche rotanti. La luce è proiettata con un proiettore attraverso uno specchio sul fondo della vasca.
La piattaforma di stampa si sposta verticalmente mentre il vassoio per cambiare la vasca si sposta orizzontalmente. Holtrop ha studiato parecchie stampanti 3D prima di sviluppare il suo disegno, incluse, certamente, le serie Perfactory di EnvisionTEC e la tecnologia CLIP di Carbon3D.
Si è basato poi sul manuale dedicato a come disegnare una normale stampante DLP pubblicato da Tristram Budel nel 2013, che è basato su una scheda madre Ramps 1.4 e su un Arduino Mega 2560, che ha semplificato la costruzione e la creazione del firmware.
Il proiettore usato in questo progetto è un Benq PB7che lavora a una risoluzione XGA (1024×768) ed è stato modificato per avere una proiezione inferiore. Forse l’aspetto più sorprendente è che tutti i componenti, che danno alla macchina un aspetto molto professionale e una apparenza solida, sono stati prodotti usando strumenti di prototipazione facilmente reperibili come tagli-laser e stampanti 3D, che hanno permesso a Holtrop di lavorare con plastiche PMMA ma anche con metalli e parti in MDF.
Apparentemente il progetto è ancora agli inizi, visto che Holtrop ha individuato diverse ulteriori aree di ricerca comprese sperimentazioni sulla densità delle resine, sulla sorgente di luce (usando LED invece di un proiettore) e sul miglioramento della stabilità delle vasche attraverso la loro costruzione in materiale più flessibile. Sicuramente si tratta di un progetto che attirerà parecchia attenzione da parte dell’industria e sarà molto interessante capire come e quando si svilupperà in un prodotto commerciale.