Stampanti 3D per beni di consumo: quale scegliere?

Quale stampante 3D è più adatta per progettare prodotti che migliorino l’esperienza del consumatore? La riduzione del time-to-market conta quanto un design accattivante. Le stampanti 3D aiutano a raggiungere l’obiettivo.
In un mercato competitivo come quello della produzione di beni di consumo, dove la riduzione dei tempi di immissione sul mercato di un nuovo prodotto è importante quanto il concepire un design innovativo e accattivante, la stampa 3D rappresenta uno strumento fondamentale per ottenere buoni risultati. La realizzazione di uno o più prototipi che permettano di verificare il design, sia dal punto di vista funzionale che dal punto di vista estetico, ed eseguire rapidamente le modifiche necessarie, permette un numero di iterazioni del progetto molto maggiore senza incidere in modo gravoso sui costi.
Coniugare funzionalità ed estetica
Condivido un pensiero pubblicato in un articolo su ProductDesignManagement.com, secondo il quale quando si progetta una nuovo prodotto, in realtà si deve pensare a due prodotti: uno che soddisfi le aspettative funzionali dei consumatori, l’altro che appaghi il loro personale e soggettivo gusto estetico.
Coniugare al meglio questi due aspetti ci porta verso la creazione di un prodotto di sicuro successo e che, molto probabilmente, sarà fonte di soddisfazioni anche economiche. Benchè le maggiori aziende produttrici a livello mondiale abbiano integrato da tempo la stampa 3d all’interno del loro processo di sviluppo dei prodotti, ce ne sono ancora molte che stanno muovendo i primi passi per capire quale sia la stampante 3D che risponde meglio alle loro esigenze.
Naturalmente non esiste una sola risposta che valga per tutti ma senz’altro è possibile indicare alcune linee guida che possano portare ad una scelta più consapevole, fermo restando che appoggiarsi ai consulenti esperti di stampanti 3D e aziende specializzate aiuta a non sbagliare. Alcune di esse offrono anche la possibilità di realizzare un prototipo campione stampando un vostro file per aiutarvi a capire meglio le potenzialità di un tipo di stampante 3d rispetto ad un altro.
La maggiore attenzione va dedicata ai materiali di stampa 3D: a seconda della tecnologia della stampante potremo utilizzare materiali con caratteristiche di resistenza a elevate temperature o alla pressione, rigidi o flessibili (simil-gomma), trasparenti oppure opachi, termoplastici, metallici oppure resine polimeriche fotosensibili. Le stampanti 3D che impiegano fotopolimeri (resine), come ad esempio le Stratasys Connex3, danno anche la possibilità di realizzare prototipi con materiali differenti in un’unica stampa (es. un corpo rigido con parti in gomma) oppure con diversi colori o sfumature, oltre a realizzare parti con superfici levigate e finiture realistiche.
Se, invece, avete bisogno di pezzi molto robusti che possano essere verniciati, forati, incollati o accoppiati a oggetti reali per verificarne la funzionalità (es. il carter di copertura di un aspirapolvere o di una macchina per il caffè), conviene puntare sui materiali termoplastici delle stampanti 3D FDM. Dal conosciuto ABS al ESD PEKK, dal ASA al Ultem, la gamma di materiali FDM si estende fino all’impiego in ambito produttivo se si utilizzano sistemi di stampa 3D come la Stratasys Fortus 450.
Non è raro che in azienda siano presenti più stampanti 3d professionali, anche con diverse tecnologie, per sfruttare i vantaggi offerti da ciascuna nelle diverse fasi di sviluppo del prodotto.
Dalla produzione di articoli sportivi ai giocattoli, dal packaging all’elettronica, dai gadget agli elettrodomestici, dagli utensili agli elementi d’arredo, fino alla produzione di oggetti custom; le possibilità di utilizzo della stampa 3d sono innumerevoli e diverse tra loro. Siamo solo all’inizio!