Quando l’industria del sesso abbraccia la stampa 3D
Arriva un momento, nella vita di ogni giovane industria, in cui bisogna lasciare il comodo nido dei first-adopters – quelli che qualsiasi cosa nuova la provano per primi, senza se e senza ma – e aprirsi alla massa, con tutto il bene e il male che deriva dal permettere a chiunque di accedere a un nuova tecnologia. Quando si tratta di industrie legate in qualche modo all’intrattenimento, quel momento passa quasi sempre per un singolo fattore: la possibilità di usare il prodotto che quell’industria propone per il sesso, da soli o in coppia.
Così è stato per la giovane Internet, così è sempre stato per l’homevideo, dalle VHS al 4K. E così sarà per la stampa 3D. A noi è venuto in mente solo adesso di indagare sulla produzione di sex toys attraverso le stampanti 3D ma agli americani e agli inglesi la cosa non era sfuggita. Motherboard, Dezeen, Pinterest e tanti altri hanno già dedicato fior di articoli/pagine all’argomento qualche mese.

Da allora, va detto, l’entusiasmo è un po’ scemato. D’altra parte questa cosa vanno spesso a sprazzi (non spruzzi!). Al centro di questa 3Dprintsexrevolution (gli intrecci tra un’attività amata dai nerd di tutto il mondo e il sesso sono troppo complessi anche per iniziare a considerarli) c’è il sito Makerlove, che offre design gratuiti di giocattoli sessuali da stamparsi nella comodità e privacy di casa propria, basta avere un stampante 3D. Il sito ovviamente evidenzia come la possibilità di ottenere un giocattolo sessuale nell’anonimato più totale non può che favorire la creatività, oltre che la diffusione, di questi prodotti. Aziende come Velv’or, specializzate nella produzione di “gioielli da gentleman”, cioè oggetti da indossare intorno o sulle parti intime durante il sesso, credono fortemente negli sviluppi possibili attraverso la creazione di prodotti realizzati su misura.
I design di Makerlove, che sono stati cortesemente rifiutati dal network di Thingiverse, prevedono la possibilità di inserire Bullet, il più comune motori per vibratori, all’interno. L’altro problema è che la maggior parte delle stampanti 3D personali stampa in bassa definizione usando filament plastici: il risultato è che le superfici risultano estremamente ruvide. Le stampanti che permettono di creare oggetti lisci sono ancora molto costose e offrono aree di stampa di dimensioni ridotte (difficile che 3-4 cm possano bastare). Anche senza spendere una fortuna per una stampante 3D professionale, però, ci sono delle soluzioni, come la possibilità di realizzare dei calchi da riempire con il silicone oppure di usare carta vetrata e silicone per rivestire il dildo stampato. Ve li spiega Makerlove dettagliatamente.