Sharebot 42 è la risposta di Sharebot al futuro della stampa 3D desktop

L’azienda presenta la sua nuova stampante 3D desktop Sharebot 42, rilascia informazioni sui risultati e dati finanziari, annuncia le partnership con il prof. Alberto Cigada del Politecnico di Milano per nuovi materiali e con 3DZ per la distribuzi0ne.
Il nuovo anno per la stampa 3D è iniziato ufficialmente e, come ogni anno, il produttore di stampanti 3D Sharebot inizia con il botto. La società ha appena tenuto una conferenza nella sua sede italiana, dove ha annunciato i suoi piani per i prossimi mesi, a partire dalla sua risposta sul futuro della stampa desktop 3D, la nuova Sharebot 42.
Gli appassionati di fantascienza riconosceranno il riferimento alla Guida Galattica per Autostoppisti, in cui 42 è l’ironica risposta definitiva al senso della vita. Sharebot ha spesso fatto riferimento alla cultura fantascientifica nei nomi che sceglie per molti dei suoi progetti (come il la sua stampante 3D del precedente generazione, la Sharebot NG, o la sua stampante DLP 3D Voyager). E, ovviamente, l’onnipresente sottostante riferimento a Star Trek per tutta la stampa 3D: il replicatore atomico.
Sharebot 42 soffia nel vento
Come tutte le aziende di stampa 3D desktop 3D, Sharebot è vuole individuare esattamente chi sono color che beneficeranno maggiormente delle stampanti 3D a basso costo e, quindi, chi le comprerà. Mentre i consumatori di massa non sono ancora pronti, prosumer e professionisti forse sì. Per Sharebot questi target hanno bisogno di stampanti 3D facili da usare, affidabili, qualitative e aperte. Questo è esattamente ciò che la società vuole offrire con la Sharebot 42.
La macchina ha un corpo in metallo per una migliore stabilità, con funzionalità plug & play quali il suo sistema di autocalibrazione per assi X, Y e Z, l’estrusore intercambiabile da .4, .6 e 0,8 millimetri (per stampe veloci), e un sensore di filamento per mettere in pausa le stampe se i materiali di consumo sono esauriti. La macchina integra anche diversi miglioramenti elettronici sia all’esterno che all’interno.
Ha uno schermo da 6″a touch screen a colori per la gestione indipendente di tutte le operazioni di stampa, con doppio USB (uno per i file di lettura e l’altra per le future espansioni hardware e add ons). La nuova, più potente scheda elettronica interna ARM permette anche la gestione via Wi-Fi con interfaccia web e webcam integrata on-board.
3500 stampanti 3D vendute fino ad oggi
L’evento è stato anche l’occasione per Sharebot di rilasciare informazioni importanti sulla sua performance finanziaria nel corso degli ultimi due anni. I numeri mostrano un’azienda sana, con €1,2 milioni di fatturato nel 2014 cresciuto di oltre il 33% a € 1,8 milioni nel 2015. L’azienda ha venduto ben 3500 stampanti 3D ad oggi. Sta anche investendo pesantemente in ricerca e sviluppo, sia con un sistema SLS (Snowwhite) e una SLA di grandi dimensioni (Andromeda) in sviluppo o già in fase di beta testing. La società detiene ora 6 brevetti e mira a diventare un leader internazionale in diversi segmenti della stampa 3D.
L’attività di Sharebot si basa su 20 rivenditori, 3 Premium Resellers, un flagship store (il Sharebot Store di Firenze) e, ora, un distributore ufficiale: 3DZ, che ha sei uffici in tutta Italia e più uffici all’estero. Ciò contribuisce alla presenza internazionale dell’azienda, che ha portato le sue macchine in 15 paesi attraverso due uffici internazionali (in Spagna e Germania) e un totale di sette rivenditori internazionali. Non male per una società che è stata costituita meno di tre anni fa.
Altri materiali e altre domande
La conferenza ha anche offerto una cornice al lancio di un nuovo filamento ecologico chiamato 3D-paper e sviluppato in collaborazione con la spinoff Next Materials del Politecnico di Milano. Questo nuovo filamento ha diverse proprietà eccellenti. Viene da materiali riciclati, è biodegradabile, si dissolve in acqua, si indurisce quando viene riscaldato, è elastico e può essere colorato.
Si direbbe che è un gran bel momento per essere Sharebot o uno dei suoi partner. Quarantadue può essere la risposta per il momento, ma siamo abbastanza sicuri che Sharebot continuerà a porsi molte altre domande negli anni a venire.
*Grazie mille
ad Andrea Pernarcic per le foto della conferenza
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