Ultimaker 2Go
Qualcuno considera le stampanti 3D di piccole dimensioni come sistemi consumer soprattutto perché il loro cost più contenuto rispetto ai modelli più grandi le porta più vicine al target personale (che ha un prezzo ideale tra i 300 e 600 dollari).
La vera innovazione, la vera ragione per possedere una piccola stampante 3D, comunque, non è perché è più abbordabile ma perché è più portabile. Chiamando la sua nuova piccola creazione Ultimaker 2Go, l’azienda olandese, leader europeo nella produzione delle stampanti 3D personali, ha fatto proprio questo.
L’ho capito quando Ultimaker mi ha dato l’opportunità di testarla per un po’ e mi son trovato a portarla ( o a volerla portare) con me praticamente ovunque volessi andare. La Ultimaker 2Go non è solo un sistema realmente portatile ma è anche probabilmente una delle stampanti 3D di piccola taglia migliori sul mercato e certamente luna delle più belle.
Ha dei limiti (soprattutto per quanto riguarda la dimensione del piatto, i materiali supportati, la mancanza di un piano riscaldato, la dimensione del filamento a 2,85) ma la qualità e la velocità è realmente incredibile e ce ne si rende conto subito la prima volta che si comincia a stampare.
Andiamo con ordine. Si capisce di aver a che fare con un prodotto realmente di alto livello sin da quando lo si tira fuori dalla scatola e si vede il contenitore di polistirolo grigio marchiato Ultimaker, disegnato appositamente per essere trasportato e che permette di imballare la macchina senza dover rimuovere il filamento (nel caso si usino le bobine delle dimensioni standard di Ultimaker).
La sezione superiore dell’imballo di polistirolo si apre per contenere l’adattatore, il cavo USB e tutti gli altri accessori inclusi il nastro blu, la colla, le pinze e le parti di ricambio. L’intero set può essere trasportato con una cinghia blu da avvolgere attorno. Ha un look curato ed è un bene visto che – anche se non è necessariamente un sistema dedicato ai consumatori – i consumatori sono sicuramente uno dei target che Ultimaker sta cercando di raggiungere e I consumatori amano mettere in mostra la loro tecnologia.
La verità è che la Ultimaker 2Go non è esattamente a prova di idiota e l’ho scoperto piuttosto presto. Il meccanismo di caricamento del filamento è un po’ ingannevole: una volta capito che si deve lasciare che la macchina invii il filamento all’estrusore, allora lavora bene. Se si cerca di forzarlo allora il filamento tende a bloccarsi nell’ugello e di conseguenza ad intasarlo temporaneamente. Sicuramente questo non succederebbe leggendo le istruzioni ma molti consumatori non amano farlo e vogliono una macchina plug and play (lo so per certo).
A causa della mia mancanza di attenzione ho avuto parecchi problemi con il caricamento del filamento. Ho cercato di regolare la pressione ma senza successo. Ho allora smontato il sistema di caricamento finendo solo col peggiorare le cose (fortunatamente non al punto di non riuscire a rimontare tutto insieme: ho finito insomma col perdere un sacco di tempo e di filamento fino a quando un mio amico che ha un negozio di stampa e servizi 3D mi ha mostrato il modo corretto per caricarlo). Non contento sono riuscito ad intasare nuovamente l’ugello provando un filamento flex. Quando sono finalmente riuscito a disintasarlo ho deciso di non tentare ancora la sorte e son passato al PLA.
Questo significa che la Ultimaker 2Go richiede un utente almeno un pochino esperto di meccanica e allo stesso tempo non vuole che ci si giochi troppo, il che la pone in un certo senso tra Linux ed Apple. Se potete sopravvivere a questo e a stampe 3D che usano solo PLA di 2,85 mm allora probabilmente è la migliore stampante 3D che poteete avere, considerando i rapporti tra dimensione peso, velocità qualità affidabilità.
L’ho testata coi filamenti EUMAKERS e quelli forniti da Ultimaker e non ho mai avuto problemi lavorando con PLA. La compatibilità con Cura è inclusa nel software così non ci sono problemi neanche da questo punto di vista. In effetti è stato piacevolmente semplice selezionare la macchina dalla lista. Le specifiche dicono che può arrivare a 300mm/s. Io l’ho spinta solo fino a 100 mm/s, ed era comunque impressionante. Lo stesso si può dire per la qualità del prodotto finito alla massima risoluzione di 100 micron.
Il peggio è arrivato quando ho tentato di usare il nuovo filamento legno di Fillamentum che immediatamente intasava l’ugello ogni volta che ho provato ad usarlo. So che si tratta di un filamento di qualità eccellente perchè l’ho usato con successo su altre macchine, così probabilmente significa che dovevo giocare con i settaggi della temperatura della stampante 3D per ottenere l’estrusione corretta. Comunque non sono riuscito a trovare il settaggio giusto e l’ho intasata. Ho allora cercato di disintasarla con un ago da 0,2 mm e l’ho rotto nell’ugello.
A questo punto ho capito che dovevo rivolgermi a dei veri esperti. Ed è per questo che, secondo me, I negozi di stampanti 3D avranno un futuro radioso davanti. Sempre più persone come me ( utenti Apple) vogliono stampare 3D: io ho fatto lavorare la U2Go per tutto il tempo che l’ho avuta. MA non ho il tempo di sperimentare quando qualcosa non va nel verso che doveva andare. Come un tipico utente cinsumer che usa una tipica stampante 3D consumer preferirei I confini familiari di un negozio dove portare la stampante 3D e avere qualcuno che la sistemi piuttosto che spendere tempo per farlo da me visitando un FabLab.
Lo so non è un approccio molto “produzione distribuita” ma la verità è che gli utenti finali saranno la maggior parte delle persone nel mondo per un tempo piuttosto lungo. Se avessi volute ripararla da solo avrei probabilmente preso una Ultimaker Original e non una Ultimaker 2 Go.
Così ho fatto quello che qualunque consumatore fa quando ha un problema. Ho cercato un distributore ufficiale e un negozio di assistenza. La buona notizia è che Ultimaker è parecchio avanti nella sua crescita e ha rivenditori ufficiali in molte nazioni europee compresa, da pochi mesi,l’Italia, dove il franchisse locale 3DiTALY ha assunto la distribuzione diretta di Ultimaker.
Mi son velocemente reso conto che hanno un negozio a Milano, che non avevo ancora avuto occasione di visitare, e ho pensato che non ci sarebbe stata un’occasione migliore. Li ho così chiamati e mi son reso conto che era la prima volta che chiamavo un 3D Print shop come consumatore. L’esperienza è stata ottima sin dall’inizio. All’inizio non ho rivelato di essere un giornalista della stampa 3D e l’esperienza come consumatore è stata impeccabile. Mi sono accordato per portare la macchina lì. Una volta arrivato e parlato con Luca Valentino Colmi, il co-fondatore del negozio (3DiTALY è una catena di franchising) ho avuto la stessa sensazione che ho quando porto il mio Mac ad un Apple Store: la sensazione che il peggio è passato, che ero in buone mani e che tutto sarebbe andato per il meglio.
Gli ci è voluto molto poco per trovare e indicarmi tutte le cose che stavo facendo male. E’ incredibile quante cose un utente ignorante e meccanicamente impreparato possa rovinare in così poco tempo. Sebbene non abbia ascoltato e non abbia imparato nulla da questa esperienza (come un qualunque consumatore medio), sapere che c’è un posto nella mia città- e nella maggior parte delle città- dove utenti come me possono andare quando fanno un disastro di un meraviglioso giocattolo, mi fa venir voglia di giocare ancora di più.