Owlson introduce le sue cabine versatili per ridurre le emissioni delle stampanti 3D

Se usate stampanti 3D all’interno di reparto di produzioni, in strutture che si dedicano a Ricerca e Sviluppo, nelle scuole, in maker space o in uffici in cui sono presenti persone, potreste voler ridurre le emissioni tossiche della vostra stampante 3D usando un’innovatia cabina di tipo industriale prodotta dalla compagnia danese Owlson.
Le cabine Owlson sono fatte di alluminio anodizzato e materiali acrilici tagliati al laser per un’usabilità duratura e, grazie al loro contenitore completamente sigillato, vi consentiranno di tenere alla larga micro e nanoparticelle (UFP), composti organici volatili (VOC) ed emissioni acustiche.
Le cabine possono essere costumizzate sia come versioni da tavolo che combinate con stand mobili per stampare in 3D in maniera flessibile e a richiesta. C’è inoltre l’opzione di aggiungere accessori come il remover di particelle attive con HEPA e la tecnologia di filtraggio del carbone attivo, deumidificatori, illuminazione LED e molto altro. Le cabine Owlson si adattano a stampanti 3D di medie e grandi dimensioni e anche ad altri macchinari di dimensioni simili.
La stampa 3D sta diventando un processo piuttosto popolare ma presenta dei rischi respiratori e cardiovascolari per gli utenti. Le UFP rilasciate durante il processo di stampa, se inalate per un certo periodo, possono provocare infezioni polmonari, problemi cardiaci e farsi strada verso organi quali fegato e cervello. Persini il filamento PLA, a base di mais, che non è nocivo, può creare emissioni tossiche ben superiori ai livelli di sicurezza.
In genere, l’ambiente interno può farsi carico di nanoparticelle attorno ai 2.000-3.000 pt./ccm. In una serie di studi interni, è stato riscontrato che la stampa di una barchetta 3DBenchy in PLA nell’arco di 2 ore crea un livello di circa 175.000 pt./ccm., ovvero che supera dalle 50 alle 100 volte i normali livelli di sicurezza.
Le cabine Owlson sono in grado di ridurre le emissioni acustiche del 20%, con una riduzione di nanoparticelle (20-100 nm) e di microparticelle (1-10 μm) rispettivamente del 60% e dell’80 %. In più, offrono una riduzione del 20% dei livelli di umidità e limitano le variazioni di temperatura del 10%.
Martin Nielsen, proprietario e fondatore di Owlson, afferma: “Nonostante il fatto che le vendite di stampanti 3D siano in aumento e che ogni compagnia o scuola ne possegga una o più, è stata fatta ben poca ricerca sui livelli di inquinamento prodotti da questi macchinari. Nel nostro settore, non abbiamo neanche delle linee guida standard che descrivano i livelli accettabili di emissioni da una stampante 3D. Quello che sappiamo è che la stampa può causare problemi di salute sia agli adulti che ai bambini. Il rischio istantaneo è basso ma dal momento che in genere i processi durano per svariate ore, è stato dimostrato un aumento dei biomarker delle infezioni nei soggetti esposti. I nostri prodotti affrontano questa problematica aggiungendo una soluzione flessibile alla stampante che è in grado di ridurre il rischio potenziale per la salute umana e di migliorare la qualità di stampa.”
Traduzione a cura di: Martina Pelagallo