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Ourobotics rilascia una biostampante completamente Open Source, costruita per 900 dollari

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Prendete le lezioni del libro Open Source Lab del Professor Pearce, aggiungete qualche biostampa low cost (come i sistemi recentemente rilasciati da BioBots, CELLINK e Ourobotics) e quello che otterrete è la Renegade, una nuova, biostampante a estrusione pneumatca completamente open source appena rilasciata dal co-fondatore di Ourobotics Stephen Gray.

Il nuovo sistema open source, è stato presentato al recente meet up di bioChanges (vedi il video sotto), ospitato dal Tangible Media Group presso il MIT Media Lab. “La Renegade,” ha spiegato Stephen, “è un progetto congiunto o collaborazione basato sulle esperienze mie e di Jemma [Redmond, altra co-fondatrice di Ourobotics]. Pensiamo che per questa tecnologia sia importante essere alla portata di tutti e anche imparare a costruire una biostampante è un’esperienza che apre gli occhi”.

Mentre Ourobotics è una startup (che conta anche Oksana Anilinoyte e il Dottor Andrew Comerford tra i suoi co-fondatori), bioChanges è un gruppo collaborativo internazionale no-profit . Include scienziati specializzati nella ricerca accademica, professionisti del settore industriale, progettisti di prodotto, designer di moda, ingegneri, biomaker, imprenditori, artisti, architetti, ed esperti robotici interessati nell’ investigare idee emergenti, progetti, e opportunità nei campi dell’innovazione nell’ ingegneria del biodesign, nella biologia sintetica, nella stampa 3D di organi, e nei laboratori di biodesign.

biochanges

Questa esperienza è usata ora per rendere la biostampa disponibile a più istituti di ricerca di quanto sia mai stato possibile in un modo molto simile a quello con cui le stampanti 3D standard hanno reso la prototipazione e lo sviluppo di prodotto più accessibile e disponibile in tutto il mondo. Mentre le biostampanti 3D sono disponibili da oltre un decennio, i modelli di fascia alta come i bioplotter 3D di EnvisionTEC o i sistemi di RegenHU possono costare ben più di 100,000 dollari.

Una nuova generazione di biostampanti più abbordabili, come la BioBots1, l’ Inkredible di CELLINK e anche il modello di fascia alta di Ourobotics, la Revolution, hanno portato giù il prezzo fino a cifre tra i 5,000 e i 15,000 dollari. Ora la Renegade abbasserà ancor di più la soglia di entrata, fino a meno di 900 dollari. Chiaramente le capacità e l’affidabilità delle biostampanti sono diverse, anche se il funzionamento di base è simile: deposizione di paste e materiali simil-gel attraverso una siringa per formare strutture in 3D che contengono cellule viventi.

L’architettura della biostampante Renegade è simile a quella di qualunque stampante 3D reprap: la principale differenza sta nei materiali usati. Se pensate che i polimeri e le plastiche siano complessi, gli idrogel e i biomateriali portano questa complessità ancora un po’ più avanti. Comunque, proprio come la stampa 3D open source ha aiutato a far partire un’ondata di innovazione sia sui materiali sia sui processi della stampa 3D, Gray spera e crede che il progetto Renegade farà lo stesso per la biostampa e i biomateriali.

“Molti concorsi sui bioinchiostri sono già disponibili nelle riviste scientifiche e vogliamo rilasciarli alla community della biostampa open source”, mi ha detto Gray su Facebook mentre era in volo verso Singapore. “Purecol, una soluzione a collagene bovino, per esempio, è mescolato con 1XPBS e NaOH per creare un bioinchiostro a collagene”. Stava anche per controllare l’esatta composizione sul suo laptop ma ormai avevo colto il punto. Stephen mi ha detto che chiunque interessato può contattarlo direttamente su Linkedin per qualsiasi informazione sui bioinchiostri open source.

Come spiegato dal Professor Pearce, ci sono letteralmente centinaia di applicazioni in reprap 3D printing che possono aiutare a ridurre drasticamente i costi di un laboratorio scientifico. Con l’introduzione della biostampa completamente open source, queste possibilità cresceranno ulteriormente e si espanderanno nel campo della bioingegneria e della scienza rigenerativa.

Non illudetevi, a breve non stamperete in 3D parti del corpo umano o organi nel vostro garage. In ogni caso non c’è dubbio che le nuove generazioni di bioingegneri e biodesigner si siano prefissate questo obiettivo. Qualsiasi speranza di avere un giorno parti umane pronte per trapianti, passa attraverso la loro passione e l’entusiasmo della community della biostampa open source.

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