L’alta moda ora si stampa in 3D

Se pensavate che con le stampanti 3D si potessero realizzare solo giocattoli o al massimo oggetti per la casa, dovete ricredervi. Le possibilità offerte da questo nuovo metodo produttivo sono davvero illimitate: le ultime creazioni a catturare l’attenzione dei media globali sono i capi d’alta moda, realizzati dalla stilista Iris Van Herpen. Nota anche per aver creato l’abito indossato da Bjork sulla copertina dell’album Biophilia, la stilista olandese ha utilizzato le tecnologie messe a disposizione dalla società belga Stratasys, specializzata proprio in soluzioni innovative per la stampa 3D.
PARIS FASHION IN 3D
La sfilata Voltage, in cui la stilista ha mostrato i suoi capi per la collezione alta moda donna primavera-estate 2013, durante la Paris Fashion Week, ha infatti incluso un’elaborata gonna con mantello creata in collaborazione con l’artista, architetto, designer e professore Neri Oxman della celebre università MIT. Un altro capo, un intricato abito da sera, è stato realizzato in collaborazione con l’architetto austriaco Julia Koerner, che si è occupata del modello virtuale in CAD.
Entrambi gli abiti sono stati stampati usando la tecnologia Objet Connex di Stratasys per la stampa 3D multi-materiale, che ha permesso di incorporare elementi sia rigidi sia soffici nello stesso processo di stampa. In questo modo è stato possibile non solo progettare al computer la forma del capo, ma anche il suo movimento quando viene indossato. «L’alta moda – ha spiegato Oxman – è diventata così tecno-moda, in cui il delicato lavoro di ago e filo viene sostituito dal codice digitale».
STAMPATO E FIRMATO
Anche Van Herpen si è espressa in favore della stampa 3D: «Credo che la moda non debba essere solo un’espressione di consumismo ma cercare sempre nuovi inizi e nuovi modi di esprimere la persona. Il mio lavoro si basa su idee astratte e nuove tecniche realizzative, non sulla reinvenzione di idee obsolete. Trovo il processo della stampa 3D – ha detto la stilista – affascinante perché credo che sia solo una questione di tempo prima che tutti i vestiti che indossiamo siano prodotti con questo metodo e anche perché l’idea di creare strato per strato è così diversa dai metodi tradizionali».
La collaborazione per i capi stampati è nata dopo che la stilista ha visto la mostra di Oxman “Imaginary Beings: Mythologies of the Not Yet”, composta da 18 prototipi del corpo umano “aumentato” stampati in 3D, al centro Pompidou di Parigi. La partnership con Koerner, invece, nasce dalla volontà dell’architetto di realizzare una struttura geometrica altamente complessa, generata attraverso parametri, in grado di essere allo stesso tempo flessibile, soffice e indossabile. Un obiettivo perseguibile solo attraverso la stampa 3D e con tanta creatività. Come questo spettacolare video teaser della sfilata.