La stampa 3D aiuta la lotta contro l’Alzheimer

Le malattie degenerative diventeranno col tempo le patologie più diffuse in una popolazione mondiale che non solo cresce, ma vive più a lungo e, nei Paesi più ricchi, invecchia sempre di più. Possono le nuove tecnologie offrire soluzioni adatte a migliorare la vita degli anziani colpiti da questo problema? Nel caso dell’Alzheimer ci si sta già muovendo per rendere tutto questo una realtà.
Il Morbo di Alzheimer è una malattia degenerativa progressivamente invalidante. Tra i sintomi più facilmente riconoscibili e forse più devastanti per il paziente, ci sono la difficoltà nel ricordare eventi recenti (perdita di memoria a breve termine), disorientamento, cambiamenti repentini di umore, depressione, incapacità di prendersi cura di sé, problemi nel comportamento. A poco a poco, le capacità mentali basilari vengono perse e ci si isola dalla famiglia e dalla società.
Lentamente, nell’arco di un decennio, questa malattia annienta tutte le facoltà cognitive del paziente e i primi segni evidenti sono appunto dati dalla perdita della memoria, non un’amnesia totale, ma difficoltà nel trovare le parole giuste, nel ricordare avvenimenti recenti o luoghi familiari.
Questa di solito è la fase che fa più parlare di sé: diverse volte mi è capitato di ascoltare appelli dei familiari sui notiziari o di leggerli nei trafiletti dei quotidiani locali, rivolti a chiedere informazioni circa l’avvistamento di un anziano che si è allontanato da casa senza aver fatto ritorno. Purtroppo queste persone non riconoscono un ambiente come familiare o meno e quando si allontanano non solo non riescono a ritrovare la strada di casa, ma hanno notevole difficoltà a ricordare chi sono e ad esprimersi.
Mentre in fase avanzata non si è più in grado di badare a se stessi e si necessita di assistenza completa e costante, in quella iniziale e intermedia è difficile capacitarsi di ciò che succede: apparentemente si è sani e i familiari neppure sanno che un allontanamento può significare un non ritorno a casa.
Tuttavia non posso non comprendere l’ansia che attanaglia coloro che, pur volendo, non riescono a stare accanto ai loro malati, sia per i costi dell’assistenza, sia per il tempo necessario.
Come può la stampa 3D offrire un valido aiuto a chi vive queste particolari condizioni?
Dopo aver studiato il problema, Logan Prasser (della Hydrite Chemical Company), Sean Halloran (ingegnere presso la TTX Company) e Gvozden Suvajlo (studente presso la Northern Illinois University) hanno pubblicato su Instructables il progetto di un trucker, un dispositivo che permette, tramite segnale GPS, di monitorare i movimenti di una persona inviando un avviso quando questa esce da aree prestabilite.
Questa soluzione che a differenza di dispositivi già presenti sul mercato, è più semplice da produrre e più facile da usare e soprattutto più economica, permette ai familiari di controllare in maniera discreta i movimenti del paziente. Infatti il modulo contenente il GPS è così piccolo che sta tranquillamente in una tasca rendendo superfluo un costante contatto visivo: il microcontrollore è programmato ad inviare un messaggio di testo per avvisare che il segnale GPS proviene dall’esterno dei limiti specificati.
Il necessario per costruire il trucker è elencato sul sito al link http://www.instructables.com/id/GPS-Tracker-for-Alzheimers-Patients/ e sono inserite anche le istruzioni per costruirlo passo passo. Prasser ha anche reso disponibili i file di cinque pezzi disegnati in SolidWorks e suggerisce l’uso di piccoli pannelli solari per la ricarica delle batterie.
Nella soluzione presentata, ci sono le istruzioni per il microcontrollore e gli schemi per il cablaggio. Tra i componenti inseriti si trovano un pulsante e un led, non necessari al funzionamento del trucker, ma che lo rendono più “user friendly”.
L’intero dispositivo è inserito in un piccolo contenitore stampato in 3D, questo significa che qualunque modifica è apportabile, nelle dimensioni, nella forma e nel colore. La possibilità di personalizzare il trucker a seconda delle proprie necessità è certamente un vantaggio rispetto a prodotti prefabbricati.
Le parole di Prasser:
“PLEASE SHARE, PLEASE CHANGE AS YOU’D LIKE!! We would like everyone to have this for their loved ones or any purpose they can think of!!”
indicano un chiaro messaggio: condividete, modificate e usatelo per qualunque necessità e per le persone a cui volete bene.
Anche se al momento lo sforzo collettivo di medici e ricercatori non ha ancora individuato una cura definitiva al devastante Morbo di Alzheimer, studiosi e maker, grazie alla stampa 3D, propongono soluzioni semplici ed efficaci che consentono di riappropriarsi di una più serena quotidianità della vita.
Stampa 3D e Morbo di Alzheimer: come maker sono felice di potervi dire che la correlazione c’è. La straordinaria versatilità di questa tecnica di produzione, ancora una volta, aiuta da subito a migliorare la qualità della vita.
Lusiana Pasquini – Open BioMedical Initiative