La Nuova MakerBot 5th Gen, un gioiello “chiavi in mano”

E a quel punto disse “Andate e Replicate”. Mi sono immaginato una scena epica, quasi biblica per l’uscita sul mercato della nuova generazione di stampanti di MakerBot Inc. L’azienda statunitense non ha bisogno di presentazioni nel mondo della stampa 3D, è stata la protagonista indiscussa di questi anni in cui abbiamo assistito alla rivoluzione del settore, e il suo fondatore e amministratore Bre Pettis ne è stato l’assoluto trascinatore, ideologo e ispiratore.
Oggi è già un azienda di culto perché non solo rappresenta un intero segmento di mercato ma perché ha saputo essere un punto di riferimento culturale in un industria ai confini del hi-tech. Dietro le scelte di Makerbot non c’è solo istinto commerciale ci sono idee profonde, che sono destinate a preannunciare i risvolti futuri del settore. Mi viene la pelle d’oca a ripercorrere con la memoria i momenti salienti di questo cammino ancora in atto.
Dall’inizio sperimentale alla prima stampante casalinga sul mercato, passando per la creazione di Thingiverse, ora l’universo sconfinato della creatività digitale tridimensionale, fino alla scommessa di 400 milioni da parte di Stratasys nelle sue capacità. Quest’anno la storia dell’azienda culmina con il più grande lancio della sua storia: tre nuove macchine, una per ogni specifica esigenza del nuovo mercato consumer.
La prima ad arrivare sul mercato, anche in Italia, è la Replicator. Si chiama 5th Generation, perché è la quinta macchina realizzata da MakerBot da quando è nata nel 2009. Sarà il nuovo cavallo di battaglia di MakerBot e presenta parecchie novità funzionali. Poco dopo aver conosciuto Energy Group, che ha recentemente acquisito lo status di rappresentante ufficiale di MakerBot in Italia (anche attraverso un nuovo sito dedicato) me la sono trovato “miracolosamente” davanti a casa. Prima di riportargliela, però, ho dovuto a tutti i costi metterla alla prova. Questa è la storia di quello che è successo dopo.
L’UNBOXING
Premesso che non ho mai acquistato una stampante 3D bulk, ho qualche esperienza con le RepRap e derivate ma non sapevo proprio cosa aspettarmi da una macchina che ti arriva a casa tutta intera. Così le ho fatto l’unpacking con la massima attenzione e nel mentre pensavo che oggi per paragonare le stampanti si elencano troppe cifre, si rincorrono i numeri dalle liste di specifiche tecniche, si discute preventivamente su grandezze che molto spesso sono esagerate, come se la scelta fosse un compito di matematica dove ci azzecchi se fai le divisioni giuste.
La realtà invece è solo concreta, e non potrebbe essere altrimenti in questo ambito, i numeri raccontati valgono poco perché bisogna toccare dal vivo gli oggetti, osservarli e soprattutto usarli. Vale sia per le stampanti e ancor di più per quello che producono. Tralascerò ciò che già trovate nel sito del produttore o in tabelle in rete. La scelta è varia semplicemente anche perché le esigenze creative sono molteplici, perciò interessa principalmente capire qual è la direzione del prodotto, i numeri vengono dopo.
Ogni componente (bobina, estrusore, cavi) è collocato ordinatamente nella confezione. Basta estrarre la macchina dallo scatolone e inserire la bobina. Poi è questione di collegare l’estrusore, inserire e calibrare il piano di stampa. Non resta infine che caricare un file. Dannatamente semplice, essenziale, come il foglio di istruzioni, da una sola pagina con illustrazioni, il manuale se proprio volete leggerlo lo si può scaricare in .pdf, ma non sarebbe necessario.
Una cosa è certa. Anche questa volta, anzi questa volta più che mai, MakerBot ha pensato a tutto per mettere chiunque abbia una minima dimestichezza informatica di iniziare a stampare il più rapidamente e facilmente possibile.
Si capisce subito che l’intento è stato ridurre le fasi più complesse dello start-up macchina nella stampa 3D desktop FDM e i progressi compiuti sono palpabili. Il nuovo smart estruder si collega magneticamente in un secondo, auto-agganciandosi, il software di controllo ti guida nell’allineamento del piano con un LED che si accende per indicare quando smettere di girare la rotelle che regolano gli assi.
Potrei dire che in meno di 30 min ero pronto per stampare, compreso il tempo di lettura, heating, calibrazione, download e tutto il resto. Ci ho messo di più a scegliere cosa stampare.
L’HARDWARE
Il Design della macchina è minimale e futuristico, solido e al tempo stesso leggero e giocoso nelle forme. Non si direbbe un’oggetto destinato alla sua funzione, forse a causa della cover di plastica nera che ricopre il telaio di acciaio, con la meccanica ben nascosta senza appariscenze. Sotto le mentite spoglie di un giocattolo da salotto, i componenti interni sono di primo ordine e perfettamente assemblati, i dettagli sono pochi ma ben curati, come la manopola pulsante con luce a Led.
Nel complesso Makerbot ha scelto una soluzione poco personalizzabile per modders e smanettoni, ma a conti fatti è robusta, senza troppe parti meccaniche scoperte, occupa solo il suo spazio sobriamente.
Le nuove funzioni del software di controllo hanno regalato alla Replicator un generoso LCD a colori da 3.5” per supportare la webcam e tutte le funzioni per stampare autonomamente da usb o per collegare la stampante in rete tramite ethernet, con la promessa dell azienda che il wi-fi arriverà molto presto. Una dotazione completa che sottolinea quanto la partita si giocherà anche nel cloud-printing o cloud-factory, personal e professional.
Sicuramente lo Smart Extruder è l’innovazione più importante, che differenzia il prodotto dalle concorrenti e dagli imitatori. Sicuramente è smart anche se un paio di volte non ha rispettato la promessa di Makerbot di rilevare la mancanza di filamento. L’intelligenza, sta nel magnete per il quick-swap, perché definirlo hot-swappable non è accurato visto che vi scottereste e la procedura per rimuovere il filament richiede qualche minuto. Soprattutto l’intelligenza sta nel meccanismo che si alza e si abbassa per non ripassare sopra la plastica appena depositata e rovinare la vostra creazione.
Il piano di stampa che permette un volume di 25x20x15 cm, è in acrilico ed è stato pensato per essere facilmente estraibile e sostituibile. Non è riscaldato perciò è dedicato solo alla stampa con filamento PLA. Personalmente apprezzo che l’azienda prosegua la sua politica green, promuovendo una macchina che utilizza solo plastica biodegradabile e che risparmia sui costi energetici di un buon 35%.
Davanti a sè ha un mercato in diffusione planetaria, ma sta cercando di proporre un consumo eco-sostenibile, pur precludendosi dal segmento delle macchine multi-materiale e attirandosi l’antipatia di chi si aspetterebbe più versatilità. Oltretutto MakerBot disincentiva l’utilizzo di materiali consumabili non MakerBot.
La ragione è facile da intuire: il materiale ufficiale costa più di 60 euro al chilo mentre quello delle terze parti arriva a costare meno della metà. Però per MakerBot non si tratta solo di questo ma anche della garanzia di un supporto professionale e completo in ogni aspetto. L’azienda sa tutto del suo PLA mentre un utente poco esperto potrebbe finir per utilizzare materiali più scadenti con risultati di stampa inferiori.
Oggi la differenza dal vivo è inequivocabile: in linea di massima e per quello che ho visto i pezzi creati con le MakerBot, rispetto ai concorrenti, sono i migliori. Per incentivare ulteriormente i suoi clienti a usare il suo filament l’azienda ha creato una bobina su misura per il contenitore che si trova subito alle spalle del piano di stampa. L’effetto collaterale è che il filament potrebbe s’intrecciarsi e rischierebbe di rovinare la stampata senza che voi ve ne accorgiate prontamente.
IL SOFTWARE
Dopo aver attaccato l’estrusore, e caricato il filamento, accendete la macchina attraverso l’interruttore sul retro e poi l’avviate premendo la manopolona/pulsante. Calibrate il piano di stampa e seguite la procedura per inserire il filamento nell’estrusore e poi potete partire subito a stampare da una chiavetta usb o direttamente da PC.
Quando ragiono su cosa stampare il primo pensiero va a Thingiverse: Il social network degli oggetti che è un vero e proprio universo di modelli di tutti i generi ed è integrato direttamente nel nuovo software di controllo da pc: MakerBot Desktop. Il connubio non potrebbe essere più riuscito.
La sensazione si prova nel momento un cui accedete all’interfaccia della stampante 3D e vi rendete conto che tutte quelle cose sono vostre, che basta un pulsante per materializzarle, è forte.
L’integrazione è reale anche se l’applicazione ha ancora qualche bug: dall’interfaccia web di Thinghiverse con un tasto si trasferiscono i file nell’editor 3D che idealmente rappresenta il piano di stampa. Da qui si controlla la posizione, scala e rotazione dell’oggetto e si possono regolare i parametri di stampa in automatico o manuale, gestire i preset, i supporti, le modifiche finali.
Nella library puoi organizzarti i modelli, li condividi e addirittura li prepari per la vendita. Le tre modalità di base di qualità di stampa Low , Medium , High sono mirate a soddisfare le comuni esigenze, resta all’utente scegliere se utilizzare i supporti o il tappeto di stampa e in quel caso il software si occupa autonomamente di calcolare il risultato. Gli in-fill di partenza sono minimi, ed in modalità manuale si possono regolare a piacimento come anche l’altezza del layer fino al decimo di millimetro.
Non c’è che dire, il software rappresenta il plus che la Replicator offre ai suoi nuovi clienti. Perché è perfetto per chi non ha molta dimestichezza con la stampa e il 3D in generale, ma anche per chi vuole stampare velocemente senza particolari sforzi mentali. L’interfaccia e funzionalità sono talmente semplici da conquistare chiunque, e credo che nuove funzionalità nell’immediato futuro non tarderanno ad arrivare come il controllo remoto della stampante dal web, anche via App.
TEST DI STAMPA
Nel tempo in cui ho avuto la stampante a casa, è stata messa sotto stress, per alcuni giorni la stampante ha prodotto oggetti a rotazione, fino a che la vicina mi ha chiesto di sospendere almeno nelle ore notturne. La sua camera da letto è di fianco al mio salotto ma non ho certo sentito la stampante lamentarsi quando era lei a fare rumore.
La maggior parte degli oggetti sono usciti perfetti e non ha avuto problemi a qualunque risoluzione, e con pochissimo spreco di filamento accessorio.
Anche quando ho cancellato delle stampe in corso, non ho avuto problemi a ripartire come se nulla fosse successo. Non ero abituato a tutta questa comodità e reattività nel mondo delle FDM.
Qualche problema è uscito fuori in stampe di più oggetti contemporaneamente, come se il software non avesse calcolato bene alcune delle traiettorie per la testina.
Non restava che metterla alla prova in parallelo con la sorellona di riferimento, la Replicator 2, lo standard de facto delle FDM, quindi ho chiamato Francesco Pusterla, il prossimo sindaco di 3D Hubs per Milano (la più grande comunità di stampanti 3D di 3D Hubs al mondo), che ne possiede una.
Le differenze estetiche e componentistiche sono evidenti, a mio parere sottolineano anche il target diverso dei 2 prodotti, l’una più rugged & maker l’altra più hitech-consumer, l’una più compatta e moddabile o smontabile all’occorrenza, l’altra più leggera, imponente, senza la possibilità di modificare alcunché.
Le abbiamo messe entrambe a stampare lo stesso identico oggetto, un utile stappa bottiglie, e la sorpresa è che la Replicator 2 ha sbaragliato nei tempi la sorellina di un buon 40%: quando la 5th generazione aveva superato di poco il 60% della lavorazione, la Replicator 2 aveva già terminato.
Ma abbiamo dovuto aspettare la fine per aver la sorpresa più grande: a parità di modello i due oggetti sono usciti differenti.
La differenza è nella trama dello slicing quindi nella finitura superficiale e pur essendo entrambi di ottima qualità e precisione, avevano un feeling diverso.
Oltretutto apparivano anche di dimensione diverse. Principalmente la trama dell’oggetto creato dalla Replicator 5th era orizzontale mentre la sorella maggiore ha scelto una trama inclinata, che esteticamente preferisco, ma il dettaglio della prima è stato più fedele e preciso, abbiamo ripetuto il test e successivamente misurato le tolleranze: a discapita del tempo impiegato la nuova Replicator 2 è stata più precisa seppur di poche decine di Micron. Ne possiamo dedurre che il software elabora lo slicing e calcola le path in maniera sostanzialmente differente per le due macchine.
Vorrei saperne di più, proseguirò la mia indagine, immagino che Makerbot consideri di aver già raggiunto i propri traguardi progettazione dell’apparato assiale e voglia concentrarsi sulla ricerca nel software, per un ottimizzazione maggiore nei dettagli, per compensare e superare i limiti meccanici, credo che la quinta generazione sarà il banco di prova di questa strategia.
La 5th generazione non è uscita in sostituzione della sorella maggiore, ma solo per proseguirne la missione, preparata al meglio, fresca di piccole evoluzioni alcune delle quali ancora embrionali, ma affacciate sul futuro, in particolare quello casalingo. La Replicator 2 resiste nel suo ruolo di stampante carrarmato, affidabile, veloce e netta, per un ambito professionale. la conferma è che il Modello 2x è per ora l’unico con il doppio estrusore.
Makerbot rimane il marchio di riferimento per chi cerca una garanzia di precisione e facilità. Per chi vuole spingersi nella sperimentazione o semplicemente maggiore versatilità rimane l’imbarazzo di una scelta molto varia per tutte le tipologie, dai prodotti di Brand correnti al mondo RepRap che sforna progetti in continuazione e Makerbot è stato uno di questi, ad oggi quello che ha costruito di più, con un approccio seriamente dedicato alla immediatezza d’utilizzo, al supporto per il cliente e alla massima resa. Personalmente trovo che le critiche di aver lasciato la causa dell’open source sono comprensibili ma troppo radicali, lo dico da devoto del Software Libero e dell’Electronic Frontier Foundation, in quanto Thingiverse ha creato la più grande comunità di scambio e condivisione libera di modelli, progetti, idee, spingendo di fatto l’Open Hardware e l’Open Software.
La volontà di Makerbot è di dare velocemente questa possibilità a tutti senza delusioni.
Con la replicator 5th gen ha deciso in tutto e per tutto di conquistare i quattro angoli del pianeta.
Andate e replicate.