La cucina molecolare incontra la stampa 3D per creare la frutta “on-demand”
Per stampare figure tridimensionali con il cioccolato basta scioglierlo. Per farlo con la pasta o con la carne basta sostituire l’estrusore con una siringa. Per stampare in 3D con lo zucchero si può trasformarlo in una glassa oppure usare una tecnica a base di acqua, simile a quella che utilizzano le Projet x60 di 3D Systems con il gesso e la colla. E per stampare in 3D la frutta? Ci vuole la cucina molecolare.
Anzi era ora che la cucina molecolare si interessasse alla stampa 3D e siamo piuttosto sorpresi che non si successo prima. L’esperimento della start-up inglese Dovetailed, presentato al TechFoodHack di Cambridge e co-sponsorizzato da Microsoft Research (golosoni), ha mostra un modo di stampare in 3D deliziosi lamponi al gusto di… fragola.
La tecnologica sviluppata da Dovetailed sfrutta una tecnica della cucina molecolare chiamata “sferificazione”, che consente di creare delle palline liquide simili al caviale con qualsiasi (o quasi) succo, sciroppo, crema e miscuglio pastoso. Per farlo si mescola il succo con l’acido alginico e poi si versa la mistura in un bagno di calcio: la reazione che ne risulta crea una specie di pellicina intorno alla pallina liquida, che esplode, morsicandola, rilasciando il succo.
La nuova stampante 3D è quindi in grado di assemblare ordinatamente queste palline create con qualsiasi succo di frutta per creare forme diverse. La più semplice è il lampone – che è formato proprio da diverse sfere simili a quelle realizzate con la sferificazione molecolare – ma in futuro sarà possibile anche creare forme più complesse e stabili, magari anche con diverse densità.
“Con la nostra tecnica non solo è possibile ricreare tutti che esistono già – ha spiegato il Dr. Gabriel Villar, chief inventor di Dovetailed – ma potremo anche realizzare le nostre creazioni personalizzate. Il gusto, la texture e le dimensioni di ogni frutto potranno essere adattate a piacere.”
La cucina molecolare si appoggia a diversi macchinari degni di un laboratorio di chimica avanzata. Ci sembrava strano che una stampante 3D non fosse ancora riuscita a trovare spazio tra di essi. Ora che è successo siamo certi che ne vedremo delle belle (e buone).