IDBN 2019: la stampa 3D disegna le nuove frontiere della medicina

Giunto alla terza edizione, IDBN 2019-Italian Digital Biomanufacturing Network sta emergendo come il più importante congresso nazionale dedicato al 3D Printing e al Bioprinting in medicina e chirurgia. L’evento, organizzato dal prof. Paolo Parchi (Unità operativa Ortopedia e Traumatologia 1 dell’Aoup), il prof. Giovanni Vozzi (Centro E. Piaggio) e l’ing. Vincenzo Ferrari (Endocas), si è svolto a Pisa dal 28 al 30 ottobre ed è stato un interessantissimo mix di interventi della durata di circa 15 minuti l’uno, tenuti dai rappresentanti di alcune tra le più importanti università italiane con l’obiettivo di offrire una panoramica sullo stato della ricerca relativa a nuovi approcci e tecnologie in ambito clinico, sia nel settore della ricerca che in ambito applicativo-medico.
I principali temi affrontati durante IDBN 2019 sono stati l’uso della stampa 3D per la pianificazione, la guida e la simulazione delle procedure chirurgiche, la progettazione e la costruzione di protesi grazie alle più avanzate tecniche di manifattura additiva, dando spazio anche agli utilizzi in ambito clinico e alle conseguenze a livello normativo, economico ed etico. Considerate le enormi potenzialità sull’efficacia clinica e terapeutica particolare attenzione è stata rivolta alla biofabbricazione per lo sviluppo dei sostituti tessutali 3D cellularizzati e paziente-specifici.
Andando leggermente più nello specifico, durante la prima giornata dedicata principalmente al Bioprinting, si è parlato della caratterizzazione di hydrogel biologici per la medicina rigenerativa, di cellule staminali e biostampa 3D per la ricostruzione del tessuto muscolare scheletrico. Sempre in ambito medicale la discussione si è posi spostata su come sia già oggi utilizzata la stampa 3D, ad esempio di modelli renali, durante la pianificazione degli interventi chirurgici di nefrectomia parziale, nel simulatore di una gamba per un sistema di guida in realtà aumentata (AR), così come in interventi di ricostruzione mandibolare (CMF).
Nella seconda e terza giornata è stato affrontato più in dettaglio l’argomento della pianificazione pre-operatoria con particolare attenzione a come la stampa 3D abbia assunto un ruolo importante nello studio delle patologie cardiache congenite. Oltre a questo è stato dedicato molto spazio alle modalità di utilizzo della stampante 3D nella chirurgia ortopedica ricostruttiva, nel planning pre-operatorio delle deformità complesse nel rachide e in quello sui bambini affetti da displasia congenita dell’anca.
Partecipando ad un evento così ben organizzato e specifico, si riesce ad avere facilmente la percezione delle nuove frontiere a cui la medicina e l’ingegneria stanno giungendo grazie all’ausilio delle nuove tecnologie che la stampa 3D può garantire seguendo un iter di crescita costante e continuo che nonostante abbia permesso già ad oggi una semplificazione e ottimizzazione dei risultati impensabile pochi anni fa, non sembra porsi alcun limite per il futuro.