Houston, abbiamo… Una stampante 3D!

Giusto qualche giorno fa cadeva il quarantottesimo anniversario della storica impresa dell’Apollo XIII. Da allora divenne celebre il loro messaggio radio “Houston, abbiamo un problema”. “Problema” che d’ora in poi potrebbe essere risolto senza dover per questo circumnavigare la Luna ma, più semplicemente, avviando una stampata. Stratasys e Phoenix Analysis & Design Technologies (PADT) stanno infatti lavorando assieme a Lockheed Martin Space per fornire parti stampate in 3D di ultima generazione per il veicolo spaziale Orion della NASA (guarda caso destinato a portare gli astronauti proprio verso la Luna).

Più che nella stampa 3D (attualmente già impiegata in ambito spaziale) il vero elemento innovativo di questa operazione risiede nei nuovi materiali di Stratasys tra cui una variante elettrostatica dissipativa (ESD) di una nuova termoplastica basata su PEKK Antero 800NA e la resina Ultem, capaci di garantire proprietà meccaniche, chimiche e termiche ad alte prestazioni. La soluzione progettata da Lockheed Martin, Stratasys e PADT si differenzia per la capacità di creare, tramite la fabbricazione additiva, uniformità e ripetibilità in serie nell’intero processo di produzione delle parti.

Come sottolinea Scott Sevcik, vicepresidente della produzione di Stratasys, “i viaggi nello spazio richiedono materiali caratterizzati da prestazioni estremamente elevate e da processi di produzione tra i più rigorosi del settore. L’integrità e la ripetibilità delle parti sono essenziali e devono superare i severi test e il processo di approvazione della NASA”, ha proseguito “Sulla base di decenni di esperienza nel fornire soluzioni di fabbricazione additiva robuste e leggere per i leader del settore aerospaziale, la tecnologia di Stratasys in teoria è indicata per soddisfare i processi di produzione ad alta affidabilità richiesti per le parti di produzione nell’esplorazione dello spazio”.

“È davvero entusiasmante essere parte della missione Orion e degli sforzi di Lockheed Martin volti a portare la fabbricazione additiva dalla prototipazione alla produzione”, ha aggiunto Rey Chu, titolare e co-proprietario di PADT.
“La tecnologia e i materiali della fabbricazione additiva hanno percorso una lunga strada per diventare un’opzione di fabbricazione per parti finali vere e proprie”.
Questa settimana, PADT e Stratasys porteranno i loro primi prototipi spaziali presso lo stand Lockheed Martin alla trentaquattresima edizione dello Space Symposium.