Disney gioca con le stampanti 3D
Da Topolino e Pippo ai pupazzi dei cartoni animati Pixar: tutti i bambini amano i giocattoli Disney anche se a volte i peluche e i bambolotti della casa americana costano davvero tanto. Eppure l’obiettivo, quando si lancia una nuova linea di giocattoli, è di trasformarli in un fenomeno a cui tutti i bambini, a prescindere dalle loro condizioni economiche, possano appassionarsi. Per raggiungere questo obiettivo, con una nuova generazione di pupazzi interattivi, il colosso americano sta studiando i metodi produttivi basati sulla stampa 3D.
I nuovi giocattoli comunicheranno attraverso sensori ottici e componenti optoelettronici integrati. Per rendere la produzione su larga scala economicamente sensata, saranno stampati seguendo un metodo battezzato Printed Otpics. In questo modo gli elementi in grado di illuminarsi, come ad esempio gli occhi, potranno essere poi facilmente incastonati nella struttura di un oggetto meccanico interattivo.
L’idea è proprio di usare i processi di stampa 3D per creare giocattoli la cui intera superficie esterna sarà dotata di proprietà interattive e ogni elemento potrà essere trasformato in uno schermo in grado di proiettare informazioni e immagini.
I laboratori Disney Research di Pittsburgh hanno pubblicato uno studio in cui dimostrano che la stampa 3D, cioè la produzione di un giocattolo come un singolo oggetto invece che l’assemblaggio di diverse parti, è l’unica strada percorribile per sviluppare prototipi – ed eventualmente produrre in massa – giocattoli dotati di specifiche abilità interattive.
La stampa 3D risulta essenziale per la produzione di elementi ottici – che richiedono una particolare precisione non ottenibile attraverso i processi produttivi tradizionali – e aprirebbe nuove porte all’interattività dei giocattoli, visto che permetterebbe di creare delle specie di schermi interattivi, composti di materiali simili al plexiglass, di qualsiasi forma.
I ricercatori arrivano a ipotizzare un pupazzo, una specie di “Pokemon disneyano” i cui occhi sono formati da fibre ottiche stampate in 3D (battezzate “light pipes”, tubi di luce), attraverso le quali sarà possibile proiettare qualsiasi immagine, anche il movimento realistico delle pupille. Oppure scacchi dotati di schermi che proiettano immagini in base all’interazione con il tavolo da gioco. Il tutto – se la costante evoluzione dei metodi di stampa 3D continua ad avanzare come negli ultimi tempi – con costi contenuti e accessibili a chiunque.