Capitolare Tower, la prima suite prodotta interamente in additivo

Cosa succede se mettiamo assieme assieme un castello affacciato sul mare in Liguria ed una startup che produce con bracci antropomorfi parti aerospaziali in tecnologia additiva? Capitolare è riuscita a dare una risposta.
La Capitolare Tower è la prima suite d’hotel interamente prodotta con tecnologia additiva. La sfida è stata possibile grazie alla visione di Andrea Borlenghi, imprenditore nato nel mondo 3D. La torre del castello di Portovenere, una struttura antica, con mura che hanno subito assedi per secoli. E’ ancora possibile trovare nelle rocce della torre le cicatrici lasciate dalle secolari battaglie combattute per conquistare quel lembo di terra. La torre fu eretta per proteggere il borgo dal vicino Ducato Pisano. Successivamente fu usata per difendersi dalle incursione dei Pirati. Oggi che i pirati non ci sono più la torre è diventata un gioiello d’innovazione pronto a soddisfare le necessità dei turisti più esigenti. Sarà un suite di lusso, affacciato su un mare da mozzare il fiato.
L’intero design interno è stato curato dalla designer Federica Cristaudo già anima di Riso Paradiso. Il tema ricorrente nell’interpretazione del design è il movimento del mare. Lo si può ritrovare nei colori, materiali, forme. La particolarità dell’ intervento nasce dalla commistione della stampa 3D in sinergia con arti applicate risalenti anche al sec.XII.
Federica dice di lei: “Sono nata e cresciuta a contattato con il grande mondo del restauro conservativo di opere d’arte, a stretto contatto con quello che sarebbe diventato presto il mio mondo e che ho assorbito sviluppando oggi una forma d’intervento che tenga insieme i due tempi estremi ieri/domani perseguendo una continua ricerca dove il comune denominatore rimane il rispetto ecocompatibile guardando sempre in su”.
L’attenzione alla ricerca di nuovi materiali hanno portato all’uso di resti derivanti dalle conchiglie e materiale di riciclo che rivive con la tecnologia additiva seguendo un processo produttivo a circuito chiuso, riducendo quasi a zero le proprie emissioni.
Il processo di ingegnerizzazione e corpo di stampa alla sapiente struttura di sviluppo e stampa additiva Caracol.
Caracol è una PMI innovativa Lombarda, che offre soluzioni offre soluzioni avanzate di additive manufacturing, senza limiti di scala. Oltre a lavorare sviluppando progetti per settori dall’aerospazio, all’automotive, dall’energy all’design e architettura, l’azienda ha sviluppato un sistema robotico di additive manufacturing di grandi dimensioni.
La tecnologia additiva utilizzata è un sistema che include una testa di estrusione brevettata e una piattaforma software integrata, elementi che fanno sì che Caracol possa produrre componenti senza limiti di scala, geometrie e materiali. Oltre ai componenti di grandissime dimensioni, sistema sviluppato è capace di produrre componenti con geometrie complesse grazie ai 6 assi su cui lavora, andando ad ovviare ai tradizionali assi XYZ della stampa 3D. Infatti è oggi possibile produrre a 45° o 60° per dare vita a geometrie cave (come barche e canoe). Inoltre, lavorando con direct-printing del materiale in forma pellet si può utilizzare un’ampia varietà di tecnopolimeri avanzati e con plastiche riciclate. La soluzione sviluppata offre quindi diversi benefici in termini di costi, tempi produttivi, ed eliminazione degli scarti che verrebbero generati con metodi tradizionali.
Questo connubio fra design e tecnologia è stato ispirato alla presentazione annuale dei prodotti di Steve Jobs del 2011. Essa terminava con una slide che mostrava l’intersezione di segnali stradali recanti la scritta “arti liberali” e “tecnologia”. Quella foto era stata scattata a Stanford. E Steve Jobs in una sua intervista a Walter Isaacson disse che ogni grande innovazione poteva solo nascere in quell’intersezione. Dove arte e tecnologia si incontrano.