Un nuovo brevetto apre le porte alla rivoluzione della stampa 3D volumetrica
L’Organizzazione Mondiale della Proprietà Intellettuale (OMPI) ha recentemente pubblicato quella che potrebbe essere una vera rivoluzione nel campo della stampa 3D a metallo: una domanda di brevetto, depositata dall’inventore sloveno Nataša Mušević, per una nuova tecnologia che utilizza la levitazione magnetica per posizionare i materiali in polvere in uno spazio di stampa volumetrico.
La stampa 3D volumetrica è un tipo di tecnologia per la produzione additiva che si differenzia sensibilmente dalle attuali soluzioni di costruzione strato-per-strato. Questo processo, infatti, è noto anche come stampa olografica o tomografica e crea oggetti in tutte e tre le dimensioni contemporaneamente. In particolare, nel brevetto di Mušević la levitazione magnetica viene utilizzata per posizionare materiali in polvere in uno spazio di stampa volumetrico, mentre la fusione viene eseguita da numerosi fasci di elettroni che consentono una “fusione spaziale di materiali in polvere”. Il brevetto descrive anche un modo per superare le sfide legate alla stampa degli angoli negativi e degli angoli di sbalzo: realizzando un oggetto dall’interno verso l’esterno, è possibile realizzare strutture sempre più complesse senza la necessità di materiali di supporto. In pratica, questo metodo potrebbe consentire la produzione di interi oggetti contemporaneamente.
Zavod Park, il gruppo di tecnologie creative con sede a Lubiana che ha pubblicato la notizia del brevetto, afferma che il processo volumetrico potrebbe persino avere applicazioni nella stampa nello spazio. “La soluzione proposta potrebbe anche portare vantaggi promettenti alla stampa 3D nello spazio, poiché la levitazione magnetica dei materiali in polvere sarebbe altamente efficiente per l’uso a gravità zero“.
La tecnologia – se mai diverrà realtà – potrebbe portare dei grandi cambiamenti nel campo della stampa 3D a metallo, inaugurando potenzialmente una nuova era. La possibilità di produrre un pezzo utilizzando la fabbricazione sequenziale delle sue parti volumetriche, piuttosto che la comune tecnica strato per strato, sarebbe di fatti in grado di abbattere drasticamente i tempi di produzione – senza contare le possibili evoluzioni fantascientifiche collegate all’applicazione spaziale.