Al San Marco di Catania è stato ricostruito un volto con la stampa 3D
Per l'intervento di ricostruzione maxillo-facciale sono stati utilizzati pezzi stampati da Mt. Ortho

Al San Marco di Catania è stato eseguito un importantissimo intervento dall’equipe della Chirurgia Maxillo Facciale diretta dal professore Alberto Bianchi, in cui è stato ricostruito un volto ad un uomo di 33 anni, che era rimasto ferito in un grave incidente in cui purtroppo aveva anche perso la vista. Per affrontare una situazione altrimenti troppo complessa è stata applicata una tecnica chirurgica innovativa sviluppata con Mt. Ortho, un’azienda siciliana specialista nel settore delle progettazioni Custom-made.
Il paziente aveva una deformità al volto destro dovuta a una brutta frattura in seguito ad un incidente stradale 6 anni fa, dopo la frattura l’osso si è riformato in modo anomalo, creando una alterazione della euritmia facciale, fino a essere ruotato e ribassato rispetto al normale.
“Di fronte a una compromissione così grave del volto, che si era deformato su più piani – spiega il prof. Bianchi – era impossibile eseguire in modo tradizionale l’intervento di osteotomia, che attraverso l’asportazione di un cuneo d’osso lo riporta alla posizione normale. E’ stato così realizzato grazie a una pianificazione preoperatoria ‘computer assisted’, che ci ha permesso di definire le linee di taglio da seguire per correggere su diversi piani l’osso deformato. Dopo una simulazione virtuale della tecnica sono state realizzate placche e guide di taglio ad hoc, da utilizzare in sala operatoria, pezzi unici stampati in 3D senza i quali non sarebbe stato possibile operare”.
Il primo passo è stata la tac del cranio, poi è stato eseguito un “mirroring” del lato sano per progettare il percorso chirurgico con il supporto di un modello informatico: una successione di piccole asportazioni di tessuto dall’osso, calcolate per arrivare alla possibilità di ruotare i segmenti ossei dello zigomo e del mascellare per ripristinare l’anatomia normale dell’emivolto di destra. “Con lo stesso modello di calcolo avanzato – aggiunge Bianchi – abbiamo progettato specifiche ‘guide’ di taglio che sono state indispensabili in sala operatoria: applicandole sull’osso, hanno consentito di eseguire incisioni perfette su più piani benché molto piccole. Molto utile è stato anche simulare l’intervento su un modello stampato in 3D che riproduceva fedelmente l’anatomia alterata del massiccio facciale, passaggio intermedio tra la pianificazione virtuale e la sala operatoria. A tre mesi dall’intervento, il volto del paziente è tornato ad avere una simmetria, riportandolo dopo quasi 4 anni a una vita del tutto autonoma e normale”.
“Questo intervento – conclude Bianchi – rappresenta perfettamente il ruolo dell’azienda: trovare soluzioni nei casi più difficili. E’ possibile grazie alla ricerca, nostro elemento distintivo, visto che siamo un’azienda universitaria, un ospedale di ricerca e rappresentiamo uno dei punti di riferimento per le malattie testa-collo in Sicilia, oltre a essere un centro scientificamente riconosciuto a livello internazionale”.