iMakr ha acquisito 3dprintingindustry.com: buone o cattive notizie per il settore?

Come molti hanno notato, 3D Printing Industry (3DPI) – uno dei tre principali siti web dedicati alle notizie sul settore industriale della stampa 3D (insieme a 3DPrint.com e 3ders.org) – è cambiato molto negli ultimi tempi e, come sostengono alcuni, non in senso positivo. Molto ha a che fare con l’acquisizione del sito da parte di iMakr.
Mike Molitch-Hou, sua moglie Danielle Matich, Davide Sher, Tyler Koslow, Mark Lee, Andrew Wheeler, e altri che hanno passato gli ultimi quattro anni raccontando nei loro post su 3DPI il mondo della stampa 3D, se ne sono andati tutti. Ora è arrivato il momento di ricapitolare cosa è successo in 3DPI dopo che la venture capital iMakrVC ha comprato e preso il controllo del sito all’ inizio del 2016.
Prima, però,per capire meglio le dinamiche di questo cambiamento, ci sono alcune cose da dire su due delle principali proprietà di iMakrVC: i negozi di stampa 3D iMakr e il marketplace di modelli 3D MyMiniFactory.Visto che il soggetto è, delicato, questo articolo cercherà di attenersi il più possibile ai fatti e trattare le voci come tali.
Sylvain Preumont, il fondatore di iMakr e MyMiniFactory, ha cominciato la sua avventura nel mondo della stampa 3D nel 2012 con iMakr.VC, un fondo di investimenti per progetti nell’ ambito della stampa e della scansione 3D. Da notare che il dominio VC è il codice a livello nazionale per le isole caraibiche di Saint Vincent e Grenadine, è usato anche per definire un “Venture Capital”.
Il primo negozio iMakr venne aperto nel 2013, uno dei primi al mondo. Prima del Natale 2013, era cresciuto al punto da aprire anche un temporary shop presso Selfridges, il grande negozio in centro a Londra, per vendere statuette stampate in 3D. Questo mostra chiaramente come Sylvain Preumont sia stato tra i primi a credere pienamente nel potenziale di massa della stampa 3D e anche che era pronto a investirci.
Questo era un logo a cui molti si erano abituati
Tutto questo accadeva nel 2013. Nello stesso periodo, 3DPI, fondato nel 2012 da Ari Honka e Eetu Kuneinen, cominciò realmente a decollare come una delle principali fonti di informazione nel settore della stampa 3D. Il sito stava riuscendo a cavalcare l’euforia per la stampa 3D, in gran parte grazie alla conoscenza e alle abilità del suo redattore capo, Rachel Park.
Grazie a significativi investimenti da parte di Meckler Media e 3D Systems, il portale era stato in grado di assumere giornalisti professionisti e blogger. 3DPI ha dato ai giornalisti l’opportunità di vivere il sogno di ogni giornalista: scrivere un sacco di notizie e avere decine di migliaia di lettori in tutto il mondo. Negli ultimi due anni venivano pubblicati oltre 50 articoli ogni mese.
Negli ultimi tre anni di 3DPI, parecchi articoli riguardavano le attività di MyMiniFactory e di iMakr, spesso evidenziando che erano grandi progetti che avrebbero potuto e dovuto essere comunicati in maniera più efficace. Un aspetto che era allo stesso tempo degno di pubblicazione ma anche controverso era il fatto che MyMiniFactory creasse design in qualche modo protetti da brevetti o diritti d’autore. Questi potevano essere antichi manufatti storici di musei o altri oggetti popolari di proprietà di editori di video game o di altre marche conosciute, come LEGO.
Era come se stessero spingendo i confini della legalità al fine di attrarre l’attenzione — una politica un po’ controversa ma sicuramente apprezzabile da un punto di vista giornalistico per aver sollevato il problema dei diritti della proprietà intellettuale nel nuovo mondo della manifattura desktop.
Ridottasi l’euforia attorno alla stampa 3D – e, con essa, il valore delle azioni dei principali investitori di 3DPI come 3D Systems – aziende come Meckler Media hanno cominciato ad avere qualche problema a far quadrare i conti. Meckler Media aveva lasciato 3DPI ancora prima di dichiarare bancarotta alla fine del 2015. Il denaro ha smesso di circolare e la stessa 3DPI ha cominciato ad avere difficoltà nei pagamenti. La sua struttura era cambiata e si era evoluta nel tempo, ma non al punto tale che il suo modello di business (basato quasi interamente sul traffico e la pubblicità) fosse in grado di affrontare le sfide di un periodo di crisi. Così all’ inizio del 2016, Honka e Kuneinen decisero di vendere 3DPI.
Nel frattempo, iMakr aveva completato la sua ristrutturazione, culminata con l’assunzione di Eric Savant come nuovo CEO nel dicembre del 2015 con il compito di guidare la successiva fase di espansione. A questo punto – osservando da fuori – non è molto chiaro come iMakr possa diventare un’azienda redditizia. Possiede due negozi: uno grande in una zona abbastanza centrale di Londra, e un altro a Manhattan. Due delle aree più costose al mondo che richiedono un grande volume di affair per poter produrre profitti.
MyMiniFactory sicuramente produce guadagni grazie alla sua MyMiniFactory Academy, dove si offrono corse di modellazione 3D (e spesso assume come designer i suoi diplomati). iMakr inoltre continua a offrire una vasta selezione di materiali per la stampa 3D e stampanti 3D desktop, facendo leva sulla propria riconoscibilità per ottenere condizioni molto vantaggiose dai fornitori, secondo alcune fonti anonime. Se questo sia sufficiente per sostenere la grande macchina MyMiniFactory (al momento della scrittura di questo articolo c’erano otto posizioni aperte), e tutte le sue attività, non è molto chiaro.
La “fabbrica del design” di MyMiniFactory a Shoreditch, Londra. Alcuni progettisti – che vogliono restare anonimi – si sono lamentati per le condizioni di sfruttamento lavorativo. Almeno uno dei progettisti di MyMiniFactory si è lamentato apertamente delle condizioni di sfruttamento lavorativo. Altri progetti – come il file system 3D open source MP5 e la campagna di crowd funding Seedrs – sono cadute nel dimenticatoio oppure vendute (MP5 è ora WeDesign).
In generale iMakr e MyMiniFactory sembrano voler inseguire tutte le opportunità che sorgono nel mercato in rapida evoluzione della stampa 3D, senza nessuna strategia univoca per integrarle in una struttura che possa crescere organicamente. Nuovi progetti sono seguiti per un breve periodo di tempo e, se non sembrano mantenere la promessa di un significativo ritorno economico in breve tempo, sono abbandonati.
Nel settore della stampa 3D può non essere un approccio sbagliato, ma resta la domanda: perché abbandonare qualcosa che funziona? Non funziona nulla? Il nuovo progetto di iMakr è ora per la prima volta completamente editoriale avendo acquisito 3DPI. “Quando Sylvain e iMakr stavano per acquisire 3DPI, all’ inizio sentivo che sarebbe stato un buon mix”, dice l’ex senior scrittore di 3DPI Davide Sher. “Anche se avevo sentito voci sulle condizioni di lavoro poco piacevoli sia a iMakr sia a MyMiniFactory, credevo che queste voci fossero dovute alla mancanza di un obiettivo comune. Quando ho parlato per la prima volta con Sylvain, mi ha assicurato che 3DPI sarebbe rimasto una fonte di notizie completamente indipendente e non un megafono per le attività di iMakr e di MyMiniFactory. Dopo pochi giorni di lavoro con il nuovo team mi è diventato chiaro che non sarebbe stato così, e me ne sono andato”.
Secondo Sher è diventato chiaro che anche 3DPI sarebbe stato gestito come le altre attività di iMakr e MyMiniFactory. Poco o nessun valore per le risorse umane; una corsa per ottenere risultati immediati (in termini di visibilità o finanziari) e una confusa visione strategica. Ora tutti gli scrittori che c’erano se ne sono andati. Preumont e il suo team sembra non capire che il bene principale in questo settore basato sulla conoscenza, è dato dalle persone che lavorano per te o con te. I nuovi proprietari hanno preso in gestione il sito alla fine di febbraio, anche senza aver pagato completamente i precedenti proprietari.
Quando iMakr ha acquistato 3DPI, nessuno dei collaboratori è stato pagato per due mesi e mezzo e almeno un partner non è stato pagato per circa cinque mesi. Mentre i nuovi proprietari avevano assicurato che nell’ accordo di acquisizione era compreso il pagamento degli stipendi arretrati per gli scrittori, la chiusura ha impiegato più del previsto. Gli scrittori sono stai forzati a scrivere in questo periodo e alcuni di loro riferiscono un’esasperazione di una situazione già di per sé stressante.
Mentre la vecchia proprietà lasciava la maggior parte delle decisioni editoriali al direttore, i nuovi proprietari suggeriscono notizie che, come è diventato evidente, possono essere di beneficio per le loro altre aziende. Per esempio, 3DPI ha prodotto un articolo sulla community Pinshape. Al momento della pubblicazione della storia la conclusione dell’articolo è stata cambiata invitando a visitare il sito di MyMiniFactory.
Dopo l’acquisizione, iMakr ha annunciato i suoi nuovi servizi di progettazione scansione e stampa 3D. Attraverso un programma chiamato UrbanManufacturing, iMakr ora offre servizi di design, scansioni e stampe 3D on demand dal suo negozio di Londra, posizionandosi come un concorrente per servizi più affermati come Shapeways e 3D Hubs.
Questo senso di competizione si può notare in un articolo pubblicato che suggerisce che il network di manifattura distribuita 3D Hubs sia in fase di stagnazione in termini di crescita. L’autore “Samuel Adams” scrive, “3DHubs non verifica le informazioni, e quindi il numero totale di macchine disponibili è sicuramente molto minore rispetto alle 29500 dichiarate alla fine di aprile 2016. Da quanto ho rilevato con l’azienda presumo che il numero delle stampanti 3D realmente disponibili su 3D Hubs siano meno di 15000”.
In un articolo su Materialise, un’azienda quotata in borsa dedicata allo sviluppo del software e alla fornitura di stampe 3D di grande formato, Samuel Adams ha rilevato che anche i recenti risultati finanziari dell’azienda indicano stagnazione, scrivendo, “sulla base dell’attuale capitalizzazione di mercato pari a 320 M di dollari e a un flusso di cassa di 29M di euro, la valutazione di Materialise di 250M di euro implica una moltiplicazione di 31 volte rispetto alla previsione del valore medio EBITDA per il 2016. Considerando i rischi affrontati dall’ azienda per mantenere il suo margine, l’attuale prezzo delle azioni potrebbe soffrire una notevole pressione verso il basso. La mancanza di liquidità può esasperare qualsiasi movimento di prezzo. In conclusione l’azienda continuerà a investire in modo significativo nei prossimi anni, limitando la capacità di generare un flusso di cassa”.
“In effetti, molti degli input suggeriti da Preumont erano legati al potenziale fallimento di altre aziende”, dice l’ex direttore di 3DPI Mike Molitch-Hou. “Dopo Pinshape, ha suggerito che MakeXYZ e MakieLab potevano essere i prossimi ad avere problemi”. Un famoso politico italiano diceva che “pensar male è un peccato, ma spesso si ha ragione”: a dire la verità, però, nel caso delle dimissioni del CEO di Stratasys David Reis, Samuel Adams ha in realtà fatto la giusta predizione prima che l’evento accadesse.
È difficile da dire se queste speculazioni su 3D Hubs e Materialise siano accurate, ma, se gli articoli di 3DPI fanno parte di un piano più grande per sminuire e screditare le aziende concorrenti, l’affidabilità di 3DPI come fonte attendibile di informazioni sullo stato del settore è decisamente messa in discussione.
Quando si parla di recensioni, la linea tra giornalismo e business si sfuma molto. Mentre 3DPI in precedenza recensiva le stampanti come un servizio per i lettori e pubblicava tutte le recensioni proposte, secondo Mark Lee, un ex collaboratore di 3DPI che lavora da Seul, ora non è più così perché la sua recensione molto positiva di una stampante 3D è stata rifiutata senza offrire alcuna spiegazione valida.
Anche se a oggi non ci sono chiare informazioni finanziarie disponibili, ci sono alcune domande che ci piacerebbe porre a iMakr per quanto riguarda la sua stabilità finanziaria. Dopo averli contattati iMakr ha rifiutato di rispondere, sostenendo che le domande si basano su voci che non hanno alcun fondamento reale.
Subito dopo aver rifiutato di rispondere alle domande, comunque iMakr ha rivelato il suo investimento in 3DPI. L’articolo è scritto come se fosse una novità anche se l’acquisizione si era già conclusa in aprile.
Le domande (che potete leggere sotto) restano ancora valide e iMakr è invitata a rispondere quando vuole.
- Quale è l’obiettivo dell’azienda con 3DPI?
- iMakr/MyMiniFactory producono guadagni?
- In caso negativo quando pensate lo faranno?
- Quali sono le principali fonti di reddito di iMakr?
- Perché iMakr è ossessionata con i possibili guai economici delle altre aziende?
- Perché l’azienda non ha voluto rendere pubblico il collegamento tra iMakr e 3DPI e perché non l’ha reso pubblico? (Lo hanno fatto con un articolo il 15 giugno)
- iMakr/MyMiniFactory valorizzano le loro risorse umane?
- Chi è Samuel Adams? Aggiornamento: secondo l’ articolo, Sam Adams è l’esperto di 3DPI che ha correttamente predetto le dimissioni di David Reis (ma ha scritto in modo errato il suo cognome).
- iMakr vuole crescere con il settore industriale o con il suo fallimento?
In conclusione, sebbene quest’ articolo abbia qualche posizione critica nei confronti delle politiche e delle pratiche commerciali di iMakrVC, dovrebbe essere chiaro al 100% che – come gli autori di quest’articolo sanno – l’azienda non ha fatto nulla d’illegale o di particolarmente sbagliato nei confronti degli impiegati e dei partner commerciali. La nostra speranza è che tutto il settore industriale della stampa 3D – in tutte le sue molteplici espressioni – abbia successo. Questo comprende anche iMakr, MyMiniFactory e il nuovo 3DPI.