3D Matter analizza i parametri che influenzano maggiormente la stampa FDM
Chiunque sia coinvolto nella stampa 3D sa che è un procedimento piuttosto semplice, almeno fino a che non si debba creare un oggetto dotato di proprietà e qualità molto specifiche. Anche se tutto ciò è ben noto a livello industriale, ora sta diventando più evidente persino a livello “casalingo”; per questo diverse start-up come 3D Matter o 3DFilo hanno fatto molti test per aiutare gli utenti a ottenere tutti i componenti che servono ai loro progetti.
3D Matter, in particolare, ha appena pubblicato uno studio fatto in collaborazione con ParisTech Arts et Métiers, concentrandosi principalmente su come – usando una stampante MakerBot Replicator con PLA a 60 mm/s – variabili quali la percentuale di riempimento, l’altezza dello strato e la geometria di riempimento influenzino la qualità, i costi e la rapidità di stampa; una ricerca che ha come scopo quello di ottimizzare il risultato in base alle esigenze specifiche dell’utente. I risultati dello studio sono visibili nel grafico che trovate qui sotto, ma l’intero processo che ha portato a queste conclusioni è stato descritto nei dettagli e si potete consultarlo qui.
Non tutte le conclusioni sono così lineari e ovvie come si potrebbe pensare. Ad esempio, se è vero che la forza (lo stress Max i di MPa) aumenta con la percentuale di riempimento, bisogna considerare che non lo fa in modo lineare. In altre parole, riducendo il riempimento al 100% si riduce gradualmente la resistenza, il che significa che se si potrebbe trovare una soluzione più ottimizzata con forza accettabile a meno del 100% di riempimento.
Un altro risultato interessante è che allungamento fino a rottura è risultata essere quasi costante – a circa il 2,8% – per tutte le percentuale di riempimento, tranne nel caso del 90% di riempimento, dove scende al 2,0%. Sorprendentemente, un oggetto quasi interamente riempito risultati più facile da rompere di una meno pieno. Il team 3D Matter escludere errori e attribuisce questo dato alla dimensione particolare dei vuoti (o assenza di vuoti in caso del 100% di riempimenti).
Mentre i test condotti hanno permesso di coprire solo una piccola gamma di materiali possibili e di macchine utilizzate oggi giorno nella stampa 3D da casa, offrono comunque un ottimo punto di partenza per chi intende iniziare a utilizzare le nuove tecnologie di fabbricazione additiva come uno strumento professionale.