La DeltaWASP, lo strumento perfetto per gli artigiani digitali

Le attuali stampanti 3D assomigliano più a dei robot per la fabbricazione che a vere e proprie stampanti, a prescindere dalla tecnologia utilizzata. La prima stampante 3D di tipo delta che abbiamo avuto la possibilità di provare un po’ è la DeltaWASP, prodotto dall’emiliana WASP, con base a Imola.
La società fondata da Massimo Moretti di recente a lavorare su una stampante delta alta 12 metri, in grado di costruire piccole strutture abitabili di argilla. Apparentemente, tutte le sfide che ha affrontato in questo progetto extra-large hanno dato i loro frutti nella creazione di questo modello più compatto: sia perché la vendita delle macchine più piccole è il modo in cui Moretti finanzia il suo sogno di costruire una stampante 3D per le case, sia perché questa DeltaWASP 2040 fa davvero sembrare la stampa 3D un gioco da ragazzi.
I numeri nel nome della stampante rappresentano la dimensione del volume di stampa: un cilindro con un diametro di 20 x 40 cm: dopo averla testata in maniera piuttosto intensa, ha dimostrato di funzionare alla perfezione – a parte alcuni errori nelle impostazioni automatiche di Cura, ma nulla che non si possa sistemare in un attimo con un po’ più di pratica alle spalle.
Giusto per fare qualche esempio, abbiamo usato la DeltaWASP per stampare una cinquantina di portachiavi in diversi colori, materiali e dimensioni, distribuiti poi nell’evento 3Discover organizzato a Milano. Prevalentemente abbiamo usato PLA (con qualche prova anche in ABS) e i filamenti forniti da Plastink, così come l’eccellente filamento in legno che Simone Fontana di FNTSM ha acquistato da Fillamentum.
Una cosa che colpisce immediatamente (e che a onor del vero vale anche per altri produttori di stampanti 3D delta) è l’eleganza del design: la piastra si trova sostanzialmente sul pavimento, dandogli maggiore stabilità, può essere riscaldata fino a 100° C e si regola facilmente con tre rotelle laterali. In più, lo spazio di stampa chiuso con il plexiglass garantisce un migliore controllo della temperatura.
La caratteristica della DeltaWASP più inusuale è motore che spinge il filamento “appeso” sopra dell’estrusore, tenuto in posizione da tre elastici verdi, dettaglio che però contribuisce maggiormente alla qualità della produzione. Paradossalmente, più il motore è libero di “ballare”, meno le vibrazioni vengono trasmesse all’estrusore. Un altro esempio di qualità artigianale italiana.
Il corpo della macchina è in alluminio e policarbonato, con una lastra di vetro e ha un peso tutto sommato contenuto di 20 Kg, il che significa che non è troppo difficile spostarla e trasportala. La testina di stampa della DeltaWASP è molto precisa ed è migliorata nel corso degli ultimi due anni: anche a 200 micron le superfici verticali apparivano quasi perfettamente lisce e gli errori erano estremamente rari.
Come software, quello che abbiamo utilizzato maggiormente è stato Cura, le cui impostazioni si possono scaricare direttamente dal sito web di WASP, alla sezione Download. Abbiamo messo alla prova la stampante anche con l’iconico braccialetto di Nervous Systems, stampato a 100 micron (che è venuto perfettamente) e con qualche altro progetto come un utilissimo porta oggetti su misura per il mobiletto del bagno (disegnato con Shapeshifter) l’amplificatore open source di Bhold per iPad e il modellino di un “cane” per il nostro amico Fabrizio Zerbo di 3D Store a Catania, che si è aggiudicato il contest per il 1.000° like sulla nostra pagina Facebook.
La cosa che più impressiona è quanto questa macchina di livello professionale sia facile da usare: il pannello di controllo con display LCD a colori singolo è praticamente lo stesso di una qualsiasi altra stampante 3D open source, aggiornato con l’utilissima funzione Resurrection – tramite la quale si può far ripartire la stampa nonostante un’interruzione inattesa, come la perdita di corrente. In effetti mi è capitato proprio durante una stampata, con l’asciugatrice e il forno accesi. In pochi secondi ho caricato il file di Resurrection e la stampa è ricominciata esattamente da dove si era interrotta.
La DeltaWASP è un tipico esempio di artigianalità italiana applicata alla stampa 3D: anche se l’attenzione al dettaglio, la cura e la passione ogni membro mette del WASP nel loro lavoro è chiaro, il processo di assemblaggio non è industrializzato. Questo significa che ciò che si ottiene è un prodotto che è stato progettato letteralmente su misura, con dedizione e, come tale, può soddisfare ogni esigenza. Niente di stratosferico ma ha proprio tutto quello che serve, dove serve, e messo insieme in modo ponderato. Anche se poi, come me, la usare solo per fare questo:
Ciò che le vicine Ducati e Ferrari hanno fatto nel mondo delle automobili, WASP sta cercando applicarlo alle tecnologie di stampa 3D: vero artigianato hi-tech. Il prezzo (€ 2,300 + IVA) è attualmente in linea con quello di altre Delta, cifra più che giustificata dalla maniacale attenzione ai dettagli giusti.